Sfogliare i libri di Zerocalcare è come incontrare un vicino di casa per le scale. Quel vicino che ancora non conosci bene, stanco e schivo, che ti saluta a malapena con un cenno della testa e un mezzo sguardo, un po’ scocciato. E non perché sia antipatico o cafone, ma più probabilmente perché è un po’ timido e ha i suoi impicci per la testa. Ma entrare nel mondo di Zerocalcare, immergersi nelle sue tavole, è come scoprire all’improvviso che quel vicino è un amico, un amico simile a noi, in grado di capirci e, soprattutto, capace di esprimere a parole e tratti quel che anche noi proviamo, ma non sappiamo dire. Non così.
Siamo tutti un po’ Zerocalcare, chi più e chi meno, e anche chi non si riconosce nella sua figura, nel suo carattere, nelle sue esperienze e nelle sue storie, può comunque capirle, sentirle, apprezzarle. Le sue narrazioni sono universali, anche se sembrerebbe impossibile date le loro caratteristiche ultra-specifiche. Leggendo i suoi fumetti, vignetta dopo vignetta il lettore si cala in una serie di memorie anni Ottanta e Novanta, gira per Roma (o meglio, per Rebibbia) e ascolta il suo slang, incontra i suoi “tipi”, abbraccia un pensiero culturalmente schierato e lo […]
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