Wonderful today. Questa la formula che Pattie Boyd – al secolo Patricia Anne – ha scelto, nel 2007, per intitolare la sua autobiografia. Un racconto senza sconti su una vita vissuta all’insegna dell’arte e dell’amore, propria di una Musa angelicata destinata a far battere i cuori con la stessa violenza con cui era in grado di strapparli. Meravigliosa oggi, meravigliosa per sempre.
Wonderful today è però un chiaro riferimento a un altro titolo importante, che vedeva splendere in un’altra parte della giornata la straordinaria bellezza della bionda Pattie dagli occhi di ghiaccio. Pattie che era bellissima mentre sceglieva i vestiti da indossare, che brillava di luce propria mentre scolpiva il viso con il makeup, che sprizzava femminilità mentre con gesti lenti spazzolava i suoi lunghi capelli biondi. Pattie che, prima di una festa, faceva esclamare al suo uomo «you look Wonderful tonight».
Eric Clapton l’aveva voluta, amandola in segreto per anni mentre lei era sposata con George Harrison che per lei scrisse Something, quella che Frank Sinatra giudicò «la più bella canzone d’amore mai scritta». L’aveva desiderata in silenzio, da sempre, facendo parlare soltanto i suoi versi, unico messaggio lecito per un amore impossibile. Con voce calda Slowhand le dedicò Layla, ispirata al romanzo in versi Majnun e Leylà, del poeta classico azero Nezami. La storia di una principessa costretta a sposare un uomo altro, diverso da colui che l’amava e che divenne folle – Majnun – per sempre. Una principessa unita in matrimonio a un amico fidato, come Pattie che aveva sposato George Harrison nel 1966 mentre Eric impazziva d’amore per lei.
Quando ascoltò Layla, Patricia Anne Boyd esclamò stizzita: «Sei pazzo? Io sono sposata con George!», ma dietro la facciata di un amore alla Tenera è la notte si nascondeva la fragilità di un rapporto esaurito al pari di quello tra Dick e Nicole. Passarono gli anni, tempo in cui Clapton (come lui stesso affermò nel film-documentario George Harrison: Living in the material world) capì finalmente che il matrimonio tra l’amico e l’amata non aveva più possibilità di salvezza. Si fece avanti, alcuni romanzescamente dicono chiedendo persino il permesso al Beatle timido. Pattie e George divorziarono nel 1977 e nel ’79 lei era già la signora Clapton.
Qualche anno prima però, durante il periodo del fidanzamento, Eric e la sua Layla erano stati invitati alla festa che Paul e Linda McCartney tenevano annualmente in onore di Buddy Holly. Era la sera del 7 settembre 1976 e Pattie non aveva finito di prepararsi. «Non avevo ancora deciso cosa indossare. Eric era già pronto da molto e mi aspettava pazientemente, giocherellando con la sua chitarra. Come era dolce, almeno in quei primi tempi! Quando, finalmente, io fui pronta e scesi, gli chiesi: Do I look all right? e lui, invece di rispondere suonò quello che aveva appena composto: It’s late in the evening/ she’s wondering what clothes to wear/ She puts on her makeup/ and brushes her long blonde hair/ And then she asks me/ Do I look all right?/ And I say, yes, you look wonderful tonight».
Nacque così una della canzoni d’amore più belle di sempre, ricollegata spesso erroneamente – e chissà a causa di quale favola – alla storia che Clapton ebbe con Lory Del Santo, dalla quale nacque Conor, morto tragicamente a soli 4 anni precipitando dal 53° piano di un grattacielo newyorkese.
La bellissima stanotte dunque era Pattie Boyde, la quale tuttavia non avrebbe più infiammato il cuore di colui che su un muro della metropolitana di Londra viene paragonato a Dio. Nella sua autobiografia, a proposito della canzone ha scritto: «Per anni mi ha fatto piangere. Wonderful tonight è il più commovente ricordo di ciò che di buono c’era nella nostra relazione. Quando le cose tra noi iniziarono ad andare male era una tortura ascoltarla». Difficile, senza ombra di dubbio, dimenticare chi ha composto una tale meraviglia unicamente per lei.