Perdersi, deragliare, deviare e andare alla deriva sono casualità che innescano combinazioni virtuose. Fuori dai tracciati turistici tradizionali sonnecchiano realtà liminari o annidiate nelle viscere più profonde di un territorio. Specie nei paesi mediterranei hanno storie diverse, talvolta più eccitanti, da raccontare. La rete ViviMed – serVIzi innovatiVI per lo sviluppo della filiera del turismo nell’entroterra dell’area MEDiterranea – ha intuito potenzialità e preoccupazioni di questi calderoni che, solleticati e raddrizzati da un’adeguata governance turistica transfrontaliera, possono attivare efficaci percorsi pubblico-privati.
Sinergie utili su binari diversi
1.173.754,49 € è il budget devoluto per il progetto, 24 mesi il tempo a disposizione (da febbraio 2017 a febbraio 2019). Cofinanziatore è il programma di cooperazione transfrontaliera INTERREG Marittimo Francia-Italia del Fondo europeo di sviluppo regionale. Una governance pubblico-privata orchestra attori consapevoli per innescare nuove offerte eco-compatibili. Gli interventi si attivano su diversi piani: architettura e sostenibilità dell’accoglienza nei borghi storici, offerta turistica autentica e diversificata, turismo esperienziale ed attivo, legame con le specificità territoriali, sinergia territoriale mirante a migliorare competitività e competenze (da interreg-maritime.eu).
In prima linea dieci territori pilota: in Corsica, Liguria, Sardegna, Toscana e PACA (nelle Alpi marittime francesi). Caratteri necessari ma non sufficienti per rientrare nella selezione sono la natura di luoghi d’entroterra, limitrofi a quelli costieri, possibilmente popolati di spazi dall’alto valore ambientale-naturalistico, con borghi e presidi rilevanti da un punto di vista storico e architettonico, di solida tradizione artigianale ed eno-gastronomica, vantanti tradizioni culturali radicate.
Per toccare con mano
Puntare con convinzione, e non come riparazione, su una meta poco battuta e deviata rispetto ai tracciati turistici tradizionali richiede adeguata consapevolezza. E se è sensibilità di pochi il comprendere che l’entroterra protetto può regalare silenzi più carichi della costa chiassosa, un buon programma di rivitalizzazione deve offrire adeguata esperienza delle potenzialità. Piccoli borghi, pievi, abbazie, corti, riposano silenziose da secoli, in paesaggi bucolici e vivi. Custodiscono storie lente, di artigianato e abilità che si affinano in tempi lunghi. Sono un patrimonio ricco, che la marginalità geografica rischia di seppellire.
Le esperienze che attivano anche per il turista il valore di luoghi e saperi remoti spaziano dal trekking all’escursione su mountain bike, su cavallo o su asino, a toccare piccoli borghi e atavici saperi, con degustazioni, laboratori di artigianato artistico, laboratori gastronomici e social-eating, a seguire le tracce di un percorso immersivo, costruito ad hoc.
Azioni partecipate e trasversali per un procedere strutturato
Partecipazione generalizzata e trasversalità segnano il modus operandi della rete. L’operatività è guidata dai Living Lab, che intercettano e stimolano in modo attivo gli attori territoriali, anche di settori trasversali, per incrociare stimoli e percorsi, annodando reti tra amministratori pubblici, imprese, mondo della ricerca e cittadini. Il confronto si acuisce in seminari, workshop e sessioni B2B, che nel turismo sostenibile cercano nuove opportunità di business. Per alimentare e crescere reti e nuovi sistemi turistici si muovono scouting e coaching. Con lo scouting si saggia la consapevolezza del potenziale territoriale nelle PMI coinvolte, nel coaching si condividono buone pratiche.
Dall’analisi territoriale multicriteria si muove verso la definizione di possibili strategie per la promozione di un modello di eco-turismo mediterraneo. La direzione dei lavori spetta ad esperti di provenienza universitaria e a partner di progetto che aggregati nel format del Tavolo transfrontaliero producono Piani incentivi ViviMed e Memorandum di intenti. Edilizia sostenibile e Abitare Mediterraneo sono le due direttrici che plasmano la riqualificazione premiata dagli incentivi dei Piani.
Per i dieci territori pilota il procedere si fa strutturato con una prima fase di mappatura delle PMI della filiera del turismo e delle filiere complementari. Di fondamentale supporto la creazione di un database transfrontaliero delle imprese di settore, la definizione di un quadro delle esigenze e delle buone pratiche e delle linee guida per la valorizzazione degli insediamenti. Segue una fase di valutazione delle competenze professionali disponibili anticipata da un necessario momento di audit-intervista. Si delineano i temi suscettibili di interesse tramite disegno di una mappa delle risorse territoriali. Chiude l’analisi SWOT.
Fonte immagine di copertina: www.italiaatavola.net