Non solo atmosfera e colonna sonora, il rock nei videogame è sempre di più protagonista. Ecco come il gaming si è ispirato a questo genere e come, in alcuni casi, lo ha anche cambiato.
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Prima di Eminem e Travis Scott su Fortnite, un’altra rockstar aveva organizzato un concerto in una città del futuro, in uno spazio virtuale e tridimensionale. La rockstar era niente meno che David Bowie, la città invece era una distopica quanto fantastica Omikron City. Gli anni Novanta stavano finendo, per cedere posto al Duemila. Un’epoca in cui niente sarebbe stata la stessa.
A partire dal mondo del gaming e della musica, nella fattispecie del rock. Due universi che, da quel momento, si sono spesso incontrati, mescolati, contaminati a vicenda. Proviamo a capire come.
Videogame da rockstar
Il David Bowie di cui parlavamo in apertura era il protagonista di The Nomad Soul, videogame di avventura sviluppato da Quantic Dream e rilasciato per Microsoft Windows nel 1999. Ideato da David Cage, prevedeva la presenza di un personaggio non giocante con la voce e le sembianze di David Bowie (tra l’altro sulla scena si troveranno anche la moglie di Bowie, Imam, e il chitarrista Reeves Gabrels). Ma questa non è l’unica presenza rock nella storia dei videogame. Come si legge qui la stessa cosa è accaduta anche a Phil Collins, che ha cantato In The Air Tonight all’interno di GTA Vice City Stories, oppure agli Aerosmith in Quest for Fame. Un gioco, questo, che ancora rappresenta un unicum nella storia del gaming: sviluppato dalla Virtual Music Entertainment, prevedeva una periferica a forma di plettro che permetteva di trasformare qualsiasi cosa in una air guitar.
Una fonte di ispirazione
Ma il rock non è solamente protagonista del gaming, è anche una sua grande fonte di ispirazioni. Guardiamo ad esempio al mondo del gambling: da questo database scopriremmo che ci sono diverse slot machine a tema rock. Da quella che porta il nome dei Guns N’ Roses a quella dei Kiss Reels Of Rock, oppure Ozzy Osbourne, creata dalla software house di NetEnt, oppure Sabaton, della Play’N Go. Il rock diventa così protagonista del gioco, permettendo ai giocatori di vivere un’esperienza immersiva e personale nei meandri di un genere iconico nella storia della musica.
Ma se il rock influenza il gaming è anche vero il contrario, ovvero che i videogiochi possono essere da ispirazione per le band. È la storia, questa, degli Horse Jumper of Love che fanno musica ispirata proprio ai loro videogame preferiti. “Il tono della chitarra mi fa sempre pensare a quando giocavo a The Legend of Zelda: The Ocarina of Time” ha detto in un’intervista il frontman della band, Dimitri Giannopoulos, che ha spiegato come l’amore per i videogame sia iniziato a 8 anni, per poi mescolarsi con la musica, specie quella degli AC/DC. “Quando ho iniziato ad appassionarmi alla musica ho smesso di giocare. Sei sempre alla ricerca di qualcosa in cui perderti”. I loro brani fanno proprio questo: offrono all’ascoltatore una fuga, un viaggio virtuale, un salto verso mondi sconosciuti. La stessa cosa, in fondo, che fanno i videogame.