Nuova giornata, nuova atmosfera. La seconda mattinata del Venezia75 si tratteggia come un mondo nuovo, un po’ più teso, ma per lo meno lontano dai convenevoli politici che nelle ore precedenti si erano accavallati lungo il Lido. Ora è il concorso a saturare l’aria di dibattiti e confronti, seppur con la frettolosa ed emozionante voglia di decretare, di pellicola in pellicola, vinti e vincitori.
Dove inizi l’arte e finisca l’agonismo sembra però un problema esclusivamente giornalistico. Uno dei tanti tra quelli che si perdono nel nulla ad ogni fine proiezione. Se durante questa seconda giornata qualcuno provasse ad esempio a rievocare la lunga discussione sul cinema e le produzioni Netflix si troverebbe davanti all’inutilità di essa e alla grandiosità di Roma, ultimo film di Alfonso Cuaron, prodotto da Netflix e accolto al Lido con emozionanti applausi. È lui il vero fiore all’occhiello di questa seconda giornata, e probabilmente di questa mostra. Perché il sorprendente modo con cui è riuscito a riscaldare i propri estasiati spettatori attraverso un bianco e nero che racconta la versione inventata dell’infanzia del suo autore, sembra gettare nel ridicolo chiunque avesse anche solo accennato qualche timido dubbio. Non importa sia Netflix, non importa se qualcuno lo vedrà sul tablet o sul pc, importa solo che esista per decretare la forza di un cinema ancora in ottima salute; e questo indipendentemente dai successivi, e discutibili, sistemi di distribuzione.
Leggi anche:
«Roma» – il cinema intimo di Alfonso Cuaron
Il Lido sembra però non voler consumare ogni malinconica lacrima del proprio pubblico già durante il secondo giorno del Venezia75, e così affianca Roma all’ultimo film del folle regista greco Yorgos Lanthimos. The Favourite. Assurdo sembrerà agli appassionati della distopica filmografia del cineasta ateniese sentir parlare di commedia e risate, ma se è vero che la mostra nasconde inaspettate sorprese, questa, tra l’esultanza estasiata della stampa, si rivela tra le più apprezzate. Non era infatti difficile percepire, già lungo la fila che conduce all’anteprima in sala grande, l’amore con mille riserve dedicate a questo discutissimo regista. Perché se da un lato appare come una delle figure di spicco di un particolare cinema anti convenzionale, dall’altra si sperava fino in fondo che un film in costume potesse riscattare il suo immaginario forse troppo a lungo rinchiuso in se stesso. E così e stato, nonostante un finale ben troppo diluito.
Leggi anche:
«The Favourite» – un’assurda commedia in maschera
Ma sono minuzie, che interessano a molti, ma non a tutti; sicuramente non troppo a coloro che hanno trascorso questa seconda giornata sotto il sole in attesa che Emma Stone e Olivia Colman, magistrali protagoniste di questa commedia in maschera, apparissero lungo il più prezioso dei tappeti rossi. Inutile menzionare lo splendido, e assordante, canto che si è levato all’apparire della splendida signorina Stone.
Mentre il secondo giorno si avvia alla conclusione si comincia a comprendere con quale finezza sia stato ideato il programma di quest’edizione. Perché i film in concorso, e non, appaiono dialogare, all’interno della propria giornata, attraverso centri comuni e iconografie lontane. Le donne come perno narrativo sono così il vero fulcro di questa giornata, espresse con la dolcezza di Cuaron in un racconto posato sull’ambiente matriarcale che lo formò, e subito poi con profana ironia nel triangolo di amore e potere di Lanthimos.
Una giornata di grande recitazione femminile dunque, plastica e senza limiti nei gesti di un Emma Stone sempre più matura e, intima ed imperdibile nel sorriso mexteco di Yalitza Aparicio.
Leggi anche:
Frammenti a Venezia75: tutti gli articoli
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!