Tra le tracce storiche del disco The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, è Us and Them ad apparire particolarmente attuale agli occhi del presente, da cui la possibilità di rivisitarne il contenuto in chiave contemporanea, sulla scia di quanto proposto da Roger Waters, che ha scelto proprio Us and Them come titolo per il suo tour del 2017. Un autentico classico che resiste alla dimenticanza poiché ciò che lo rende tale è quell’attualità eterna aperta alle risignificazioni, secondo lo spirito del tempo.
Dichiarava allora Roger Waters:
Il nome del tour è tratto da una canzone che ho scritto nel 1972. E purtroppo i motivi e i problemi che mi spinsero a scriverla all’epoca sono ancora con noi. Il che non è sorprendente. Siamo solo un nanosecondo nelle linee temporali cosmiche. Sono passati degli anni e l’evoluzione è un processo affascinante, ma richiede un po’ più di tempo.
Us and Them: l’inutilità della guerra e la complessità delle relazioni interpersonali
Tema nodale del testo, l’inutilità della guerra che costringe uomini ordinari («Us and them / And after all we’re only ordinary men») a uccidersi l’un l’altro, mossi dai burattinai della grande politica che, tutti indaffarati nel tracciare confini su cartine geopolitiche, li spostano poi di volta in volta a seconda delle esigenze di parte («And the lines on the map Moved from side to side»).