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Inconsciamente, vogliamo l’uomo forte al comando?

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La domanda «vogliamo l’uomo forte al comando?» riecheggia puntualmente come un interrogativo provocatorio, ma incredibilmente rilevante, soprattutto in un’epoca in cui la politica globale sembra oscillare tra il desiderio di stabilità e l’aspirazione alla libertà. Nell’ultimo secolo, la storia ha fornito numerosi esempi di leader carismatici e autoritari che, con il loro potere decisionale e la loro personalità dominante, hanno promesso ordine e prosperità in tempi di crisi, spesso, però, scrivendo alcune delle pagine più drammatiche della nostra storia recente.

Nonostante l’innegabile prezzo alto che abbiamo pagato per esserci affidati all’uomo che con il pugno di ferro promette di migliorare la vita di chi lo sostiene, per una fetta della popolazione ancora oggi quella continua a essere una via percorribile, per alcuni da provare, per altri a cui aspirare. La domanda continua così a insediarsi forse più che nel singolo nella collettività, come fosse una condivisa ricetta segreta di salvezza, un’eco lontana, un “sentito dire” non sperimentato che si insidia anche nelle democrazie più solide. Una sorta di inconscio collettivo, per dirla con le parole del famoso psicoanalista Carl Gustav Jung che ne ha sviluppato il concetto, secondo cui di una parte della psiche umana che non è influenzata dalle esperienze personali, ma è comune a tutta l’umanità. La retorica, i media, la propaganda fanno il resto. Impossibile, in tempi come i nostri e nell’anno record di voto popolare, non domandarci quanto questa domanda influenzi le fragili democrazie occidentali.

Il fascino dell’autorità

Il richiamo di un leader autoritario è spesso più forte nei momenti di incertezza economica, sociale o politica. Quando le istituzioni democratiche sembrano inefficaci, quando il caos e l’instabilità sembrano regnare, l’idea di una figura centrale forte, capace di prendere decisioni rapide e definitive, appare allettante. Questa figura, vista come un salvatore, promette di risolvere i problemi complessi con soluzioni semplici e spesso drastiche. Il ventesimo secolo ci ha mostrato esempi emblematici di questa dinamica. Dittatori come Adolf Hitler, Benito Mussolini e Joseph Stalin hanno tutti incarnato, in modi diversi, l’archetipo dell’uomo forte. Essi sono saliti al potere sfruttando il malcontento popolare, presentandosi come risolutori dei problemi nazionali e difensori della patria. Tuttavia, la storia ci insegna che il costo delle lo…

Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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