La Cattedrale di Santa Maria del Fiore – anche conosciuta come il Duomo di Firenze – è una delle più belle e famose chiese italiane. In stile gotico, è stata costruita dove un tempo si ergeva la Chiesa di Santa Reparata, l’antica cattedrale di Firenze risalente al V secolo e ancora oggi parzialmente visibile nella cripta.
Fu Arnolfo di Cambio a iniziare la Cattedrale di Santa Maria del Fiore nel 1296, seguendo gli ordini della Signoria fiorentina. Tuttavia, la cupola – la parte forse più affascinante dell’intera opera – è stata aggiunta soltanto nel 1436 grazie al progetto di Filippo Brunelleschi. La fine dei lavori della basilica solitamente viene fatta risalire al 1469, anno in cui avvenne la posa della palla di rame (realizzata da Verrocchio) sulla lanterna. La facciata che invece vediamo oggi risale al XIX secolo, quando fu finalmente terminata. Come mai passò così tanto tempo? La facciata originale è di solito attribuita a Giotto, anche se il progetto è in realtà di Arnolfo – il pittore infatti era già morto da vent’anni quando fu cominciata. Si tratta di un’opera frutto dell’unione di più menti, tra le quali possiamo ricordare Andrea Orcagna e Taddeo Gaddi. La facciata fu inizialmente completata solo fino al livello inferiore e nel 1588 Bernardo Buontalenti, obbedendo agli ordini del Granduca Francesco I de’ Medici, la smantellò in quanto stonava con la moda rinascimentale. Buontalenti e altri architetti proposero quindi dei nuovi progetti, ma non vennero accettati. Soltanto nel 1864 fu indetta una gara per la costruzione della facciata: il concorso fu vinto da Emilio de Fabris che finì i lavori entro il 1887, dandole grande armonia con il campanile, la cattedrale e il battistero e seguendo lo stile neogotico.
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L’esterno della chiesa è particolarissimo, immediatamente riconoscibile anche da chi non ha mai visitato Firenze. È infatti rivestito da pannelli di marmo di varie forme e colori, dal rosa al verde. Il materiale proviene principalmente da Carrara (soprattutto i marmi bianchi), Siena (quelli rossi) e Prato (quelli verdi).
La basilica è quindi un lungo lavoro opera di numerosi artisti: Arnolfo se ne occupò fino al 1302 (anno della sua morte), poi fu il turno di Giotto fino al 1337, seguito da Andrea Pisano fino allo scoppio della Peste Nera, e poi ancora nel 1349 Francesco Talenti, che terminò il campanile. I portali laterali (il Portale dei Canonici e il Portale della Mandorla) sono invece frutto dell’impegno di Nanni di Banco, Donatello e Jacopo della Quercia. Assieme alla cattedrale, il battistero e il campanile di Giotto formano un complesso di grande bellezza che è oggi parte dell’UNESCO.
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Entrando nella cattedrale ci troviamo immersi in un edificio dalle dimensioni stupefacenti: 153 metri di lunghezza e 38 di larghezza, mentre l’altezza varia dai 23 ai 90 metri. La chiesa al suo interno non è particolarmente lussuosa, ma risulta povera, vuota, spoglia, soprattutto se paragonata alla facciata molto decorata. A stupire il visitatore ci pensano però le vetrate: ben 44, ritraenti parti del Vecchio e del Nuovo Testamento e realizzate da artisti del calibro di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Paolo Uccello e Andrea del Castagno.
Altro elemento di grande bellezza è l’inconfondibile cupola di Brunelleschi (46 metri di diametro alla base, 114,5 metri di altezza). Nel 1419 fu bandito un concorso per la sua costruzione, un lavoro particolarmente complesso date le enormi dimensioni. L’intenzione di Brunelleschi era quella di imitare la grande cupola del Pantheon di Roma, ma vi erano diversi problemi tecnici. Realizzò quindi l’opera in muratura, costruendo prima un modello in legno e mattoni, aiutato da Donatello e Nanni di Banco. Con una serie di anelli simili a quelli di una botte e dei mattoni disposti a spina di pesce, il progetto permise alla cupola di non crollare pur essendo costruita su una base ottagonale senza un centro preciso. Come Brunelleschi ci sia riuscito è però ancora un mistero: non si sono mai ritrovati i progetti originali con le spiegazioni necessarie e di conseguenza le teorie al riguardo sono molteplici. Quel che è certo è che Brunelleschi realizzò anche dei macchinari molto all’avanguardia per l’epoca che gli permisero di trasportare grandi pesi ad altezze così elevate. La cupola racchiude inoltre al suo interno gli splendidi dipinti di Giorgio Vasari: il Giudizio Universale fu terminato alla sua morte dall’allievo Federico Zuccari nel 1579 e anche in questo caso si tratta di un’opera da record: un affresco di ben 3600 m², il più grande mai realizzato.
L’unione di più menti ha quindi dato vita non solo all’icona di una delle città italiane più affascinanti dal punto di vista artistico e architettonico, ma anche a un edificio eccezionale, unico: si tratta della terza chiesa al mondo per grandezza, della cupola in muratura più estesa (e misteriosa) della storia, della facciata più singolare mai vista. La Cattedrale di Santa Maria del Fiore è un consiglio sempre valido per chi vuole ammirare una delle opere più incantevoli del nostro paese.
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