Pablo Picasso non è uno dei primi artisti che leghiamo all’erotismo, eppure la sessualità è ben presente nelle opere del pittore spagnolo durante tutte le fasi della sua carriera. Già dai primi lavori, creati dall’artista a soli 8 anni, l’erotismo è il motore che stimola Picasso, un tema che non verrà mai dimenticato, pur subendo un’evoluzione continua.
L’arte non è casta […] se lo fosse non sarebbe arte
Pablo Picasso
Partendo dalle fasi blu e rosa, l’erotismo prosegue fino al periodo surrealista e quello cubista, in cui il pittore ritrae soprattutto coppie spiate e immortalate per sempre durante l’atto sessuale. A ispirarlo sono le amanti, come Dora Maar, le mogli e le prostitute – il pittore frequentava spesso bordelli, sia a Parigi, sia a Barcellona e Madrid.
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L’erotismo non è quindi protagonista soltanto delle opere di Picasso, ma anche della sua vita: Picasso ama l’amore, è un seduttore egocentrico che in fatto di donne non si fa mai mancare nulla. Gerard Reigner, direttore di una mostra su Picasso e l’erotismo ospitata nel 2001 a Parigi, ha spiegato che: «Non dobbiamo dimenticare in fondo che una forte carica erotica, se non addirittura una vena pornografica, è tipica dell’arte e della letteratura spagnola e Picasso appartiene a tale tradizione».
Nel 1901, durante il periodo blu dell’artista, viene realizzato uno dei primi dipinti a tema erotico di Picasso, L’Etreinte. L’opera non è esplicita ma rende molto bene l’idea di un incontro amoroso: si tratta dello stesso Picasso e di Odette, un’amante. I due corpi abbracciati sono così stretti tra loro che è impossibile capire con precisione quale sia l’uomo e quale la donna, se non per i capelli lunghi di uno dei due. Qui Picasso vuole ritrarre l’amore più che l’eccitamento e la sensualità: nonostante le due figure siano completamente nude, il dipinto ha colori e toni pacati che rimandano all’amore in senso romantico più che sessuale.
A influenzare l’artista sono anche le stampe erotiche giapponesi, che Picasso amava collezionare e imitare. I suoi primi schizzi sono infatti copie rielaborate dell’arte giapponese, che reinterpreta con uno stile tutto nuovo. Nel 1903 per esempio realizza Donna e polpo, ispirandosi al celebre dipinto di Katsushika Hokusai, un incontro erotico tra un polipo e la moglie del pescatore. Il disegno sarà per Picasso un elemento costante, ma ovviamente anche gli schizzi dell’artista si evolveranno seguendo il suo stile inconfondibile.
In La Toilette (1906) Picasso sta uscendo dal periodo rosa, ma le forme cubiste che lo hanno reso noto sono ancora lontane. In quest’opera una ragazza completamente nuda si pettina osservandosi in uno specchio retto da un’altra donna, questa volta vestita di blu e ritratta di profilo. La donna nuda osserva così il suo corpo con una buona dose di narcisismo, sicura di sé si raccoglie i capelli, senza vergogna. La donna in blu si limita invece a reggere lo specchio, privata di qualsiasi tipo di erotismo. Il riferimento alla Venere allo specchio di Diego Velázquez è chiaro, ma Picasso decide di eliminare ogni riferimento mitologico e di utilizzare una tecnica ben diversa.
Les Demoiselles D’Avignon (1907) è forse uno dei dipinti più celebri dell’artista spagnolo, eppure le forme spigolose delle donne non rimandano al tradizionale concetto di erotismo. Non abbiamo morbide curve, ma spigoli ostili, forme geometriche che stupiscono lo spettatore – immaginiamo poi quello del primo Novecento – senza però sedurlo del tutto. Gli occhi delle demoiselles senza veli sono vuoti, spenti, le loro espressioni inumane, più simili a delle maschere africane inquietanti che ai volti di ragazze sensuali. Nulla a che fare con dipinti erotici come La Maya desnuda o Olympia, raffiguranti donne invitanti stese su di un letto. Il gruppo di prostitute ritratto da Picasso è affascinante ma al tempo stesso ostile a chi le guarda.
In Figure in riva al mare (1931) l’erotismo di Picasso diventa esplicito e mostruoso. In quest’opera dei personaggi scomposti si attorcigliano in una danza erotica di stampo surrealista. I corpi dell’uomo e della donna non esistono più: la tela mostra solo un groviglio di forme che metaforicamente ben si addice all’atto d’amore, pur acquisendo qui delle sfumature inquietanti.
In Nudo Disteso (1936) la scomposizione cubista raggiunge i suoi massimi livelli. Il dipinto rappresenta una delle numerose modelle dell’artista, Marie-Thérèse Walter, da poco conosciuta. Tra le figure geometriche scorgiamo una donna sdraiata, astratta, surrealista, affascinante quanto irreale. In quest’opera la fertilità femminile è sottolineata dalla presenza della frutta intorno al corpo della donna: del resto anche i seni della modella ricordano due mele e rimandano quindi al mondo naturale. A differenza de Les Demoiselles, qui la donna è caratterizzata da forme sinuose, curvilinee, che accolgono lo sguardo della spettatore con semplicità ed eleganza, un tratto tipico anche di altri nudi distesi in cui si riconoscono forme e colori dello stesso tipo.
In Acostado desnudo femenino con el gato (1964) Picasso raggiunge quella forma infantile che lo ha reso celebre. L’erotismo della donna nuda sul letto stride con le sue mani grandi e le sue dita cicciotte: sembra che non sia stato un amante a rappresentarla cercando di coglierne la sensualità, ma un bambino curioso e innocente. Il gatto – elemento caro a Picasso, spesso voyeur curioso – accentua questa sensazione.
Gli ultimi anni di Picasso sono quelli che si approcciano maggiormente al mondo della coppia, che il pittore osserva come uno spettatore indiscreto. Nel 1969 viene dipinto Il bacio, in cui i volti di due amanti si uniscono in un bacio passionale: i due profili si fondono, si mescolano creando un solo corpo e dando così vita a un momento di grande passionalità e romanticismo.
L’erotismo di Picasso è quindi unico nel suo genere e presenta infinite sfumature diverse a seconda del periodo in cui l’artista lavora. Possiamo ammirare l’amore nella sua forma più romantica, una sensualità grottesca dove corpi irriconoscibili si fondono tra loro, oppure donne formose costruite solo attraverso poche armoniche linee. Abbiamo il fascino surrealista, la (non) sensualità cubista, e poi quel nudo innocente che sembra disegnato da un bambino pur essendo tremendamente esplicito. La sessualità è in Picasso elemento fondamentale, fonte di gioia e ispirazione costante.
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