Negli ultimi anni lo shopping online ha radicalmente trasformato il nostro modo di acquistare. La possibilità di accedere a prodotti di ogni tipo direttamente da casa propria ha reso il processo di acquisto più semplice, ma anche potenzialmente rischioso.
Spesso, la facilità con cui si può cliccare su “aggiungi al carrello” porta a spese impulsive che non sempre rispecchiano bisogni reali. Come si legge nell’approfondimento di ExpressVPN, è fondamentale imparare a riconoscere i propri comportamenti d’acquisto per evitare di cadere in trappole emotive e finanziarie, oltre che nelle truffe.
Uno dei sintomi che ci fanno capire che potremmo non avere un buon rapporto con lo shopping, è noto come “subscription fatigue”, cioè fatica da abbonamento. Il termine nasce per spiegare lo stato di frustrazione e stress causato da un’eccessiva sovraesposizione alle formule di acquisto in abbonamento che, nel tempo, si traducono in insidiose grane finanziarie.
La fatica da abbonamento non è la sola: c’è chi manifesta un impulso irrefrenabile all’acquisto per poi sperimentare il senso di colpa per il denaro speso, e chi si fida un po’ troppo del web e cade in tranelli come furto di dati o truffe. Insomma, acquistare online è davvero una grande comodità, ma solo per chi conosce bene vantaggi e limiti di questo grande mondo virtuale.
Stress da acquisto: ecco come si manifesta
Una delle manifestazioni più comuni dello stress da acquisto è la “subscription fatigue” o fatica da abbonamento. Questo fenomeno si verifica quando l’utente, sommerso da numerosi abbonamenti a servizi digitali, avverte frustrazione e affaticamento nel gestirli, con conseguenti ripercussioni finanziarie.
Anche l’acquisto impulsivo è un altro segnale di stress da acquisto: l’atto di comprare diventa una risposta immediata a emozioni come noia, ansia o tristezza, portando spesso a sensi di colpa post-acquisto e a problemi economici. Infine, anche la paura di perdere offerte limitate nel tempo può indurre a decisioni affrettate, aumentando il livello di stress e insoddisfazione.
Ma non solo. Lo shopping va inserito anche all’interno del contesto sociale di riferimento e, in una società altamente consumistica, molto spesso gli individui tendono a valutare la loro felicità in base a ciò che possiedono. Al tempo stesso, le aziende consapevoli dei processi decisionali d’acquisto delle persone, sfruttano queste informazioni per attirare l’attenzione e, ovviamente, vendere. Un circolo vizioso che, certamente non coinvolge la totalità delle aziende e dei consumatori ma che, con l’exploit delle formule ad abbonamento è diventato ormai consolidato.
Come proteggersi da queste nuove forme di stress
Innanzitutto, è consigliabile effettuare un monitoraggio attento delle proprie spese, mantenendo un registro degli acquisti per identificare eventuali pattern di consumo impulsivo. Potrebbe essere utile anche impostare un budget mensile dedicato agli acquisti non essenziali, in modo da mantenere un controllo più serrato sulle uscite. Prima di acquistare nuovi abbonamenti, in aggiunta, è bene valutare con calma la reale necessità di ciò che ci si accinge ad acquistare: l’opzione di piani mensili anziché annuali, permette di evitare impegni a lungo termine. Per finire, è importante prendersi del tempo prima di finalizzare un acquisto, magari inserendo l’articolo nel carrello e riflettendo per 24 ore: si ridurrà l’impulsività e si riuscirà a decidere con maggior razionalità.
Ritrovare l’equilibrio tra ciò che desideriamo e ciò di cui abbiamo bisogno
Per bilanciare meglio le finanze e non farsi prendere dalla frenesia dello shopping online, è utile porsi domande come: “Questo acquisto soddisfa un bisogno reale o è dettato da un impulso momentaneo?” Praticare la consapevolezza durante lo shopping, ad esempio evitando di fare acquisti quando si è emotivamente vulnerabili, può aiutare molto a sviluppare disciplina.
Questo non significa che dobbiate ripudiare lo shopping e non attivare più abbonamenti, ma che è importante proteggersi dagli eccessi e, soprattutto, da ciò di cui non abbiamo bisogno. È vero che tutti subiamo il fascino di promozioni, offerte, coupon e codici sconto, ma è vero anche che non sempre abbiamo bisogno di tante cose e, a volte, per rendersene conto, basterebbe riordinare vani e cassetti della propria abitazione.
Verso un maggiore equilibrio
In questo momento viviamo una fase molto matura del commercio elettronico. Le aziende hanno imparato ad iper-segmentare l’offerta, quindi a proporre in modo molto mirato prodotti e servizi solo a clienti effettivamente interessati e spendenti. Vista l’efficacia delle formule in abbonamento, non sorprende che sempre più aziende decidano di adottare questo modello di business; il punto è che, in una fase di saturità del mercato, queste stesse formule possono tradursi in un danno, e non un guadagno.
Se gli utenti iniziano a sentirsi scoraggiati e sfiduciati verso le pratiche commerciali delle aziende, oppure ritengono di aver acquistato con troppo entusiasmo qualcosa di cui non sentono il bisogno, questo potrebbe tradursi in una penalizzazione della reputazione e in una perdita del valore percepito.
Per evitarlo, quindi, bisogna bilanciare l’aggressività delle offerte commerciali con la reale convenienza sia sul breve che sul lungo periodo.