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Trieste e un poeta: Umberto Saba racconta la città

dalla newsletter n. 15 - 3/2022 di Frammenti Rivista

5 minuti di lettura

La città di Trieste è un luogo particolare e unico per il poeta Umberto Saba, non solo perché si tratta della sua città natale, ma perché nascere qui è una fortuna, alla luce della sua storia e della sua posizione. Nel 1883 «era come nascere altrove nel 1850», afferma; Trieste, unita al resto d’Italia solo dopo la Prima Guerra Mondiale, crea una spaccatura identitaria negli autori che si sono ritrovati a viverci e a scriverne, come anche Italo Svevo. È una città in pieno contatto con il resto dell’Europa, dalla cui cultura apprende nuovi elementi, ma che sembra quasi isolata dal resto d’Italia, un universo a parte, vivo e vivido.

Nella vita di Saba, Trieste è uno sfondo fondamentale e per niente negativo. Ciò in quanto è lontana dalle metropoli caotiche e dall’alienazione che viene attribuita alle città dagli intellettuali contemporanei. Per Saba la città non è solo questo: è un luogo di incontro di diversità. Non a caso, è una delle figure più importanti del Canzoniere di Saba, che è come asserire che è tra le più importanti nella sua vita. Il Canzoniere è infatti concepito come un romanzo – nonostante si tratti di una raccolta poetica – autobiografico, in cui vengono descritte le varie fasi della vita dell’autore, come in un’autobiografia in versi. Un unicum nella storia della letteratura italiana, per come è realizzato. Sicuramente deve moltissimo al Canzoniere di Francesco Petrarca, anche solo per il titolo, ma conserva al suo interno le contraddizioni, le debolezze e le forze di un uomo della storia contemporanea che risente dell’influenza, ad esempio, della psicoanalisi. Diviso in sezioni, tra quelle del Canzoniere una delle più famose è Trieste e una donna. Prima, Trieste trova spazio in Saba anche nella prosa: tra i suoi Ricordi-Racconti (fra le sue prime opere in prosa) ci sono cinque «ricordi» del mondo ebraico del ghetto di Trieste, dal titolo Gli ebrei. Anche il protagonista del romanzo Ernesto vive nella Trieste di fine Ottocento, dove l’autore cita ad esempio Rena Vecchia, un vecchio rione della città che fa da sfondo al dramma di Ernesto, che tocca temi come l’omosessualità.

È nel Canzoniere, però, che troviamo davvero l’essenza di Saba e di Trieste: Trieste e una donna è una sezione formata da 47 poesie. La donna cui si fa riferimento è la moglie Lina: in questa sezione, infatti, Saba descrive la sua crisi coniugale. Come tutti i personaggi del Canzoniere, è ben caratterizzata nelle sue idiosincrasie e contraddizioni, come contraddittorio e antitetico è il ruolo della città di Trieste in questa sezione. Da un lato, questa è un cantuccio dove l’autore si rifugia e si aliena dal mondo, dall’altro è un crogiolo di realtà diverse che consente a Umberto Saba di conoscere la varietà della vita. Lo vediamo nella poesia dal semplice titolo Trieste. Nell’analisi critica Storia e cronistoria del Canzoniere, Saba afferma che questo componimento è il primo nella raccolta che «testimoni della sua volontà di cantare Triest…

Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. È autrice di due saggi dal titolo "Dietro lo specchio, Oscar Wilde e l'estetica del quotidiano" e "La fedeltà disattesa" e della raccolta di racconti "Dipinti, brevi storie di fragilità"

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