La GAM (Galleria di Arte Moderna e Contemporanea) di Torino ospita dal 2 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016 una rassegna monografica dedicata a Claude Monet (1840-1926), uno dei maggiori esponenti dell’impressionismo francese. Quaranta capolavori arrivati direttamente dal Museo d’Orsay di Parigi caratterizzano questa mostra che permette al visitatore di ripercorrere il viaggio artistico del pittore, dagli albori fino agli ultimi anni di vita.
Spostandosi tra numerose sale è possibile esplorare la pittura di Monet e osservare come sia cambiata negli anni, evolvendosi e presentando tecniche sempre più precise e innovative. Alcuni temi rimarranno comunque cari a Monet per tutta la vita, come per esempio l’acqua, elemento costante, presente dai primi anni di pittura fino alla morte, che tuttavia cambia nel modo in cui viene messo su tela: i riflessi sull’acqua si fanno via via sempre meno precisi, sempre più in movimento, privi di contorni ben definiti.
Seguendo le maggiori tendenze impressioniste, Monet ritrae soprattutto luoghi en plein air, all’aria aperta, dal nord della Francia ai mulini dell’Olanda, dalle barche sul fiume ai paesaggi di campagna, dalle montagne all’architettura. Alla Gam di Torino è però possibile vedere anche alcuni esempi di quadri al chiuso rappresentanti figure umane. Pur sembrando in apparenza lavori molto classici, anche in questi dipinti è possibile trovare elementi di grande modernità nella posa, oltre a poter ammirare l’incredibile resa dei tessuti. Un ottimo esempio è il ritratto a figura intera di Madame Louis Joachim Gaudibert, un’opera su commissione dove il volto della donna è seminascosto.
Già i primi dipinti di Monet, pur essendo più realistici, sono considerati sperimentali, moderni, poco accademici: come accadeva a molti artisti impressionisti, i dipinti del pittore non vennero scelti per le più importanti esposizioni dell’epoca in quanto non in linea con le regole accademiche di quegli anni. Per esempio, sulla tela i soggetti principali non sono disposti al centro, ma ai lati, mentre le ombre non sono di colore nero, ma azzurre, blu, tendenti al rosa. Un’altra caratteristica tipica di Monet e degli impressionisti è la mancanza di una bozza iniziale su cui poi costruire il dipinto, che veniva nella maggior parte dei casi realizzato in tutta fretta all’aria aperta, non solo nelle piacevoli giornate primaverili, ma anche d’inverno. La sperimentazione maggiore, tuttavia, arriva per Monet tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, negli ultimi decenni di vita dell’artista. In questo periodo il soggetto non è più importante per Monet, che si limita a sperimentare con il colore, cercando di dare appunto un’impressione. Come disse il pittore: «il colore è la mia ossessione, la mia gioia e il mio tormento».
Tra le opere più celebri presenti alla mostra troviamo La colazione sull’erba, un tributo all’altrettanto famosa opera di Édouard Manet. Si tratta di un dipinto di grandi dimensioni che Monet, all’epoca venticinquenne, dovette cedere al padrone di casa per pagare l’affitto. Quando riuscì a riavere l’opera, a cui era molto legato, la ritrovò fortemente danneggiata, tanto che di tre parti se ne salvarono solo due: quella centrale è ora esposta a Torino, quella sinistra a Parigi, mentre la destra è invece andata persa. La ragazza con l’ombrello è un altro capolavoro di Monet esposto alla GAM, un’opera dove natura e umanità si uniscono in un continuo rimando di colori. Protagonista qui è figliastra Suzanne Hoschedé. È possibile poi ammirare due versioni de La Cattedrale di Rouen, identiche ma con una luce profondamente diversa, oltre ai dipinti marittimi realizzati ad Argenteuil e a La gazza, quadro di grande bellezza dove il candore della neve sembra materializzarsi davanti agli occhi dello spettatore. Tra le opere esposte, alcune – in realtà più rare – sono molto intime: un esempio è Camille sul letto di morte, dove Monet ritrae il volto della moglie morente con colori tenui e forme delicate ma strazianti.
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La mostra si chiude con Il Parlamento di Londra, un dipinto dei primi anni del Novecento in cui viene rappresentata Londra riflessa nel Tamigi. In quest’opera dai bellissimi colori è possibile vedere l’influenza dei pittori inglesi William Turner e John Constable: Monet smaterializza le figure allo stesso modo, avvolgendo il quadro in una nebbia di colori di grande effetto. Gli ultimi anni di vita dell’artista non sono presentati in questa esposizione: le celebri ninfee del pittore sono custodite infatti non al Museo d’Orsay, ma all’Orangerie di Parigi.
La mostra su Claude Monet alla GAM di Torino è quindi un viaggio cronologico e tematico tra la pittura dell’artista, fatta di luci e colori, di sperimentazioni e forme evanescenti che segneranno la storia dell’arte europea. Un percorso quindi che vale la pena assaporare con calma, ammirando la sottile evoluzione di uno degli artisti più celebri del secolo scorso.
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