La Inkmap propone un itinerario diverso di Torino, scritto in sovrimpressione sulla città. Un percorso tra le opere di arte urbana che hanno fatto una Storia, anche se più clandestina, della metropoli.
C’è una mappa di Torino che permette ai più curiosi di sporcarsi di underground. È una cartina di quelle classiche per turisti, ma che traccia a tappe serrate un percorso non tradizionale. È l’itinerario di un museo che non ci si aspetta, perché non chiuso entro quattro pareti. Eppure i muri sono ancora il suo asse portante, la tela effettiva delle sue opere d’arte. Si parla di arte urbana, di street art spalmata sul territorio, di un museo a cielo aperto che si districa tra le vie dell’urbe. Per non perdersi e per non perdere tasselli importanti dei capolavori che hanno fatto la storia di quest’arte nella città, Inkmap ne concede una panoramica etichettata.
Torino è stata la prima città italiana a credere in questa forma d’arte alternativa, e a fornire uno strumento indispensabile per avvicinarla, e iniziare ad accettarla.
Se l’arte contemporanea per molti evidentemente non è arte, un gradino sotto di questa, inabissata in profondità nella melma dei paria, sta la cosiddetta street art, l’arte di strada o arte urbana. Poco si sa di questa forma espressiva, partorita nell’ombra dell’illegittimità, oltre che dell’illegalità.
I suoi antenati sono il graffitismo e il writing americano, più monotoni e spesso giocati sulla ripetizione di una sola lettera. L’arte di strada porta invece alla luce i soggetti più vari, più o meno realistici, e veicola idee critiche, più o meno elaborate. Inizialmente si muoveva come rivendicazione di strade e piazze, atto di protesta contro la nascita e la sussistenza della proprietà privata. Oggi è qualcosa di più, di più sfaccettato.
Gli artisti scommettono sul valore comunicativo della strada, che arriva a tutti, e a cui tutti possono arrivare. È uno strumento di lotta, pacifica, soprattutto contro quei poteri che stanno in alto, e che non si vogliono abbassare. È un contrapporre, forte, esplicito, l’orizzontale al verticale. Street Art per mettere nero su bianco, colore su muro, la necessità imprescindibile della libertà d’espressione, del pacifismo, della libertà sessuale e di coscienza, o per denunciare l’ingiustizia, la repressione, l’ipocrisia e l’omertà.
L’arte urbana italiana agli inizi del 2000 emerge dall’ombra del ripudio, riservato a tutto ciò che viene tacciato di illegalità perché va contro un potere costituito. A Milano il rapporto tra artisti e municipalità era teso ai tempi, e ancora oggi non s’è del tutto appianato. A Torino le acque amniotiche erano meno burrascose, e oggi artisti e istituzioni viaggiano vento in poppa verso un futuro sempre più denso di proficue collaborazioni. Colpe e responsabilità di questi due distinti approcci sono difficili da definire, ma sicuramente i risultati delle due diverse politiche sono chiari, letteralmente alla luce del sole. Torino ha valorizzato l’arte urbana, che è diventata occasione di rilancio di strutture dismesse, spazi abbandonati, imbruttiti e dimenticati. Insomma street art che riscrive, in bella, bellissima calligrafia, un posto di mondo, agonizzante.
A Torino si sono succeduti tanti interventi di recupero e rivitalizzazione, in posti diversi, che negli occhi si mischiano a formare un puzzle di tasselli egregi, ma confuso. Per non perdere la memoria e l’interezza di un progetto di incredibile valore, e per renderlo accessibile e fruibile come una delle bellezze della città, degne di essere menzionate negli scatoloni chiusi degli Infopoint, è stata creata la Inkmap.
La Inkmap è una mappa cartacea, online e in forma di app, che disegna sulle strade di una Torino stilizzata un percorso a tappe murales. È stata realizzata da Il cerchio e le gocce – in collaborazione con Monkeys Evolution e Style Orange – associazione culturale composta dai writer Corn79 e Mr.Fijodor per diffondere, tra nostrani ed estranei, un’attenzione, diretta verso l’affetto, per questa neonata tribolata forma d’arte.
L’associazione collabora con il comune, così come fanno anche Monkeys Evolution e Style Orange. Nel 1999 ha partecipato al parto di MurArte, progetto comunale per la creazione di murales legali. E poi, sempre a braccetto con la città, si è commossa per l’impresa riuscita di PicTurin, festival di arte pubblica su grandi edifici.
Ci si muove tra le vie, e gli itinerari finiscono su muri che sono mete e non ostacoli. È una riscoperta dello spazio cittadino, e delle sue chiavi di lettura tradizionali. È un modo per essere un turista diverso, per calcare quelle strade su cui i piedi dei turisti tradizionali non si appoggiano, e ristabilire un equilibrio, un po’ di democrazia. Le caselle in cui ci si ferma sono quelle delle tre grandi facciate realizzate in occasione di PicTurin – Torino Mural Art Festival, poi gli interventi di Murarte, il SAM di Parco Michelotti, il MAU di zona Campidoglio, gli interventi recenti di NizzArt, e ancora le Hall of Fame dei writer, e le associazioni del territorio.
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[…] Torino underground: rimappare una città per riscoprire un’identità – C’è una mappa di Torino che permette ai più curiosi di sporcarsi di underground. È una cartina di quelle classiche per turisti, ma che traccia a tappe serrate un percorso non tradizionale. È l’itinerario di un museo che non ci si aspetta, perché non chiuso entro quattro pareti. Eppure i muri sono ancora il suo asse portante, la tela effettiva delle sue opere d’arte. Si parla di arte urbana, di street art spalmata sul territorio, di un museo a cielo aperto che si districa tra le vie dell’urbe. Leggi tutto […]