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da variety

The Bold Type (2) non è la solita serie TV

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2 minuti di lettura

La chiamano crisi dei 25 anni: quel momento strano e destabilizzante in cui, se hai fatto tutto nel modo giusto, hai appena finito gli studi e sei pronto a lanciarti nel mondo del lavoro ma «il mercato è saturo, bisogna pazientare ancora un po’». Quel momento in cui le relazioni sentimentali – se ci sono! – o finiscono o portano dritte dritte all’altare. Quel momento in cui se una parte di te sogna l’indipendenza economica e una casa da adulto un’altra il volo dal nido non lo spicca mai.

Ecco, The Bold Type, la serie tv lodata dal New York Times arrivata alla sua seconda stagione, parla di tutto questo e molto altro, trovando nella sua narrazione un target di pubblico molto preciso: le giovani donne moderne degli anni 2000. E lo fa in un modo così spontaneo e brillante che siamo pronti a perdonargli anche qualche ingenuità tipica da serie televisiva teen.

the bold type
ibtimes.com

Su The Bold Type ci abbiamo messo gli occhi circa un anno fa, in conclusione della prima stagione (potete leggerlo quii). I 10 episodi della season pilot sono andati così bene negli Stati Uniti che la Freeform (nota casa produttrice USA che negli anni ha sfornato prodotti molto fortunati come Pretty Little Liars e Switched at Birth) ha confermato la serie per altre due stagioni.

La trama è molto semplice: tre giovani millennials residenti a New York affrontano i piccoli/grandi problemi della quotidianità dividendosi tra lavoro, amore e amicizia. Non succede niente più di questo negli episodi: niente cadavere da seppellire, niente realtà parallele incomprensibili, niente mostri da uccidere. È tutto lineare ed è proprio questo il bello.

The Bold Type racconta un volto nuovo degli Stati Uniti con le lenti di tre 25enni appena approdate nel precario mondo del lavoro dopo la più grande crisi economica degli ultimi 50 anni. È il mondo dei movimenti #metoo e #marchforourslife, della sanità privata, di Instagram a qualsiasi ora del giorno e della notte, delle relazioni omosessuali alla luce del sole, è il mondo delle fake news, delle politiche sull’immigrazione rigide, dei lavori social senza lauree.

the bold type
fonte: Hypable

La verità portata in scena è camuffata con un po’ di glam alla Sex and The City (le ragazze lavorano in una rivista di moda) e qualche cliché ingenuo per cui alla fine le cose si risolvono sempre nel migliore dei modi.
Eppure, tanti sono gli elementi che ci spingono a vedere The Bold Type con interesse.

Ogni episodio – 10 anche in questa seconda stagione – affronta un tema forte tramite la leggerezza tipica delle serie comedy, ma senza mai renderlo banale. Tramite gli occhi di Jane, la giovane giornalista del trio, si parla di abusi sessuali (e quindi di tutto il mondo delle survivals chiedendosi «che cosa sarebbe successo se, anni fa, avessi denunciato il mio stupratore senza aspettare l’arrivo del movimento #metoo?»), si parla di armi e del diritto di possederne una sancito dal Secondo Emendamento, si parla dei costi della maternità in stati in cui la sanità è privata e spesso esclude da progetti a lungo termine la fascia più giovane della popolazione.

the bold type
da Freeform.com

The Bold Type è vero, genuino, spontaneo. Un inno alla solidarietà femminile in cui le donne sullo schermo sono talmente ben studiate da sembrarci reali: hanno piccole imperfezioni, sono insicure al punto giusto, sono vittime delle male lingue e spesso amano incasinarsi la vita con le proprie mani.

A rendere ogni episodio ancora più frizzante c’è la colonna sonora: studiata in modo da aderire alla perfezione alla serie, molto pop e super attuale, i brani – solitamente cantati da voce femminile – spaziano dall’indiepop alla commerciale da radio. La fa da padrona Dua Lipa, la cantante (donna) dei record: prima artista femminile ad esibirsi come highlights al leggendario festival di musica Tomorrowland e prima nella storia ad aver superato i 500 milioni di streams da Spotify. Per dirla con le parole di The Bold Type: 100% girls power!

La prima stagione della serie potrete vederla in esclusiva da settembre su Premium. Per i nuovi episodi invece, ahinoi, ci toccherà aspettare fino al 2019.

Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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