Da anni sono molti a tentare invano di scoprire quale volto si celi dietro agli innumerevoli e provocatori stencil di Banksy sparsi in giro per il mondo. Chiunque esso sia, infatti, è senza dubbio un maestro dell’anonimato, riuscendo persino ad infiltrarsi in mostre d’arte per appendere proprie opere senza essere scoperto. Ma il giornalista Craig Williams è convinto di aver fatto luce su questo mistero con un articolo apparso in questi giorni sul noto quotidiano britannico Daily Mail.
Chi è, quindi, «the guerrila graffiti star»? Williams sostiene sia 3D − all’anagrafe Robert Del Naja − frontman dei Massive Attack, nota band trip hop di Bristol − non a caso la città dove Banksy si crede sia cresciuto. Pare, infatti, che per ben 12 volte i suoi stencil siano apparsi in città in cui, in quei giorni, si trovavano i Massive Attack per concerti o registrazioni. Certo è che Del Naja è stato legato all’ambiente dei graffiti degli anni Ottanta e ha dichiarato di conoscere di persona Banksy.
Difficile dire quanto sia affidabile questa teoria: i conti tornano, ma non del tutto. Perché dovrebbe essere proprio Del Naja? Non si potrebbe trattare di un componente della band o dello staff? E se fosse una setta di artisti capeggiata dalla star dei Massive Attack?
Nel 2008, invece, la rivista britannica British on Sunday aveva sostenuto l’ipotesi che dietro le opere del misterioso artista vi fosse un ragazzo della middle-class di Bristol, Robin Gunningham − teoria sostenuta dalla londinese Queen Mary University che si era servita di varie tecnologie per farne un profilo geografico criminale.
Nonostante ci si affanni in questa ricerca senza sosta, comunque, la speranza è che il vero volto del writer di Bristol resti nascosto: l’anonimato e il mistero, nel 2016, sono merce rara ed ammirevole.
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