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Immaginando «La tempesta» al Piccolo Teatro di Milano

Il dramma shakespeariano con la regia di Alessandro Serra è un'esperienza visiva e sonora: luci e ombre hanno un ruolo cruciale e creano degli effetti originali che ci portano in una dimensione onirica e favolistica.

2 minuti di lettura

Al Piccolo Teatro di Milano Shakespeare continua ad andare per la maggiore: Alessandro Serra porta in scena La tempesta. Affrontare quest’opera al Teatro Strehler significa misurarsi con uno dei testi più significativi del corpus shakespeariano e con una delle messe in scena strehleriane più famose.

Il testamento di Shakespeare

Ritenuto una sorta di lascito dell’autore, il dramma racchiude tutto ciò che si può incontrare nei testi del Bardo: usurpazione del potere da parte dei fratelli, di sangue o meno, amore, magia e – infine – un ultimo saluto al pubblico. Per racchiudere tutti gli spiriti umani possibili, la trama abbandona la linearità concentrandosi sulle tematiche che imbevono gli stracci che gli uomini indossano.

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Come si è notato anche nell’Hamlet di Latella, il testo rimane la parte preponderante della messa in scena. Shakespeare nella sua grandezza e forza stabile, rende più facile il lavoro degli artisti che lo mettono in scena; non potendo eguagliare la sua levatura, non si può correre il rischio di creare uno spettacolo inefficace. Le parole del Bardo raggiungeranno sempre il loro pubblico.

La regia artistica di Alessandro Serra

Il regista con la sua messa in scena dà un respiro favolistico alla pièce: immagini poetiche si alternano a momenti di grande comicità con veri e propri lazzi da Commedia dell’arte, riequilibrati poi dalle scene più tragiche in cui Antonio (Valerio Pietrovita) architetta l’uccisione del re di Napoli. Tutto è ambientato in uno spazio essenziale: una pedana di legno che fa da secondo palco, uno sfondo nero di pannelli scorrevoli e, qui è riconoscibile lo stile registico di Serra, l’importante ruolo dato alle luci.

Sin dalla prima scena La tempesta di Alessandro Serra promette un’esperienza visiva affascinante: un telo blu si agita, controllato dalla magia di Ariel (Chiara Michelini) che danza e scuote la tempesta che fa naufragare il gruppo di Lords sull’isola di Prospero (Marco Sgrosso). Anche i marinai Stefano (Vincenzo Del Prete) e Trinculo (Massimiliano Poli) arrivano nel locus amoenus, dove incontrano Caliban (Jared McNeill) che spiega loro la natura dell’isola, chi la governa e quali sono i suoi abitanti naturali. Quest’ultimo gruppo è quello che porta i momenti di comicità all’interno della trama, emblematica la scena in cui riproducono la stessa posa della scena precedente tra Miranda (Maria Irene Minelli) e Ferdinando (Marcello Spinetta).

la tempesta alessandro serra
Fonte: piccoloteatro.org

Un mondo sonoro

Nulla è lasciato al caso, o meglio, tutto ciò che è casuale ha un motivo per esserlo. Caliban indossa un imponente gerla sulla schiena con dei rami molto alti i quali vibrano ad ogni movimento dell’attore. La pedana risuona lugubre sotto i passi pesanti degli uomini, ma è silenziosa sotto la leggerezza di Ariel.

Quando Ferdinando trasporta una lunga asse di legno durante i suoi lavori forzati, non la lascia cadere, rispetta la dolcezza delle parole della sua Miranda; la figlia di Prospero aiuta il suo amato senza far rumore, intimorita dalla onnipotente presenza del mago sull’isola. La cura per il suono crea una dimensione immersiva, che lascia il pubblico affascinato.

Le luci e le ombre in «La tempesta» di Alessandro Serra

Come già anticipato, il regista ha una predilezione per gli effetti luminosi, usati intelligentemente e con maestria. In questo spettacolo non solo le luci di taglio creano ombre improntate sulle pareti, come già visto nel suo Giardino dei ciliegi, ma gli oggetti diventano filtro per creare nuove illusioni.

Il regista apre La tempesta con un telo blu che lascia filtrare la luce a tratti, dando un effetto subacqueo perfettamente credibile, nonostante la mancanza di acqua. Caliban fa scorrere i pannelli neri sullo sfondo per dare tagli diversi alla luce che si proietta attraverso la fessura, dunque la luce non è più solo un ambiente in cui gli attori sono immersi, ma è oggetto di cui si servono per l’azione scenica, dando un significato nuovo all’uso della luce.

la tempesta alessandro serra
Fonte: piccoloteatro.org

La dimensione imaginifica: La tempesta di Alessandro Serra è uno spettacolo esteticamente magnifico, una storia per immagini che porta lo spettatore in un’altra dimensione, quella del sogno e della magia.

La tempesta
di William Shakespeare
regia, scene, luci, suoni, costumi di Alessandro Serra
con (in ordine alfabetico) Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Salvo Drago, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Marcello Spinetta, Bruno Stori

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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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