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Storie nella Storia, storie di confine: la Repubblica Partigiana di Caporetto

La storia della Repubblica di Caporetto non è un’esclusiva italiana bensì è una di quelle storie di Resistenza condivisa sul confine Est con il popolo sloveno. Da dove deriva il rapporto stretto che da sempre lega i due popoli?

3 minuti di lettura

Nella Storia e nella toponomastica ci sono racchiuse storie poco raccontate. Le storie di confine raccontano di luoghi per un fatto ben preciso, come se quel fatto forgiasse il paesaggio stesso, o per eventi che scandiscono i ricordi di uno o dell’altro popolo. Ma la verità dei luoghi nasconde sempre innumerevoli storie. La storia del 25 Aprile, della Resistenza e della Liberazione non è un’esclusiva italiana, così come non è nemmeno un trofeo da sbandierare solo una volta all’anno.

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Kobariška Foto Fausta Riva

La Repubblica Partigiana di Caporetto

La storia della prima Repubblica Partigiana, o Zona Libera, non è una storia solamente italiana, bensì è una di quelle storie di Resistenza condivisa sul confine Est con il popolo sloveno. Una delle tante storie cui non è stata data tanta importanza, così come allo stretto rapporto che ci lega a quello stesso popolo da sempre.

La prima delle Repubbliche Partigiane, Zone Libere provvisorie che hanno dato spazio ai partigiani nella battaglia contro il nazi-fascismo, è stata la Kobariška republika, ovvero Repubblica di Caporetto. Caporetto, lo stesso luogo tristemente famoso al popolo italiano per la 12a Battaglia sull’Isonzo, e che consegna il toponimo al sinonimo di «sconfitta disastrosa», diventa la prima Repubblica Partigiana il 10 settembre 1943. Organizzato come un vero e proprio Stato, resisterà fino al novembre dello stesso anno, per 52 giorni esatti, popolato da circa 55mila abitanti su un territorio di circa 1.400 chilometri quadrati.

Percorrere oggi quei luoghi fa sentire immersi, letteralmente, nel colore verde acqua. È questa la sensazione principale mentre si percorre la Valle dell’Isonzo (Soka in sloveno). Un colore predominante.

Kobariška Foto Fausta Riva

La vallata è percorsa sul ventre dal cristallino fiume di cui porta il nome ed è protetta tutt’intorno dalle maestose Alpi Giulie. La strada 102 che da Caporetto prosegue fino a Nova Gorica, quindi Gorizia sul lato italiano, passando per Tolmino, attraversa il confine est in ogni sua sfaccettatura.

repubblica partigiana di caporetto

Ma torniamo alle storie nella Storia. La Kobariška republika è un fatto molto rilevante per la storia del Litorale sloveno che, oltre all’organizzazione militare, ne costituì l’amministrazione civile e l’istituzione di scuole e ospedali. Fondamentale per la nascente Republika fu l’appoggio dato alla nascente Resistenza friulana. Fianco a fianco per lo stesso ideale. Per il pubblico italiano, la storia di questa prima Repubblica determina una sorta di rivoluzione, in senso storiografico, per quanto riguarda la storia del Movimento di Liberazione.

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Kobariška foto Fausta Riva

Il libro Zdavko Likar contiene tutti i segreti e i dettagli di quei 52 giorni e oggi sono finalmente stati tradotti dallo sloveno all’italiano. Su iniziativa delle ANPI locali, in rapporto con i compagni sloveni dell’ZZB-NOB (l’Associazione dei Partigiani sloveni), la storia viene finalmente riscritta.

Premessa spazio-temporale 

Per l’Italia incassare il prezzo del proprio intervento nella Grande Guerra vuol dire ribaltare le precedenti alleanze, e spostare i propri confini nord orientali a nord annettendo il sud Tirolo (trattato di Saint-Germain en Laye, 10 settembre 1919) e a est (Trattato di Rapallo, 12 novembre 1920). Due grandi aree geografiche popolate da abitanti di lingua tedesca, slovena, croata.

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L’opera «civilizzatrice» italiana non si fece attendere con l’abolizione delle scuole in lingua non italiana, la colonizzazione di ogni apparato, civile, militare e anche, con minori risultati, religioso (molti furono i prelati sloveni che orgogliosamente e clandestinamente, mantennero vivo l’insegnamento della lingua slovena) fino ad arrivare all’esproprio dei beni in favore di coloni italiani e al cambiamento coatto dei toponimi.
Successivamente, nel 1941, lo smembramento e l’annessione al Regno d’Italia dell’intera provincia di Lubiana consegnarono altri 350.000 sloveni nel territorio nazionale.

Kobariška foto Fausta Riva

Dopo l’8 settembre del ‘43 iniziò la vera reazione, con ogni mezzo possibile, all’imminente invasione nazista. Gli alleati arrivarono dal fronte cattolico, socialista e comunista. La Battaglia di Gorizia è un esempio di Resistenza unita in cui formazioni partigiane italiane e slovene, reparti dell’esercito italiano e popolazione civile si oppongono dall’11 al 26 settembre 1943 all’ingresso delle truppe tedesche.

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kobariška republika www.delo.si/

I 55mila abitanti si organizzarono come uno Stato con confini definiti e presidiati da formazioni partigiane; con una capitale, Kobarid/Caporetto, con autorità politiche votate dai cittadini, con un sistema di giustizia, tre ospedali e con l’istituzione, per la prima volta dopo l’annessione italiana, di scuole slovene.

Le prime Repubbliche Partigiane sono fiorite proprio tra le minoranze linguistiche del Regno d’Italia: quella Slovena di Caporetto e quella degli arbëreshë (italo-albanesi) di Maschito in Basilicata.

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Kobariška foto Fausta Riva

Ringrazio Luciano Marcolini Provenza Dell’Anpi Cividale del Friuli (Udine) Per le preziose informazioni divulgate. Perché la Resistenza è figlia di un confine, di migranti e di preziosi passaparola. La Resistenza è multietnica, e parla diverse lingue, è collaborazione di popoli, migranti, immigrati, uomini, donne, contadini, tenuti insieme da un’ideale libero.

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.