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stampa estera elezioni Italia

Come la stampa estera guarda alle elezioni in Italia

In che modo i giornali internazionali stanno raccontando le imminenti elezioni politiche?

4 minuti di lettura

Facce da media: a poche settimane dal voto per le elezioni politiche, il volto dei leader dei principali partiti politici italiani capeggia tra le pagine dei giornali, in televisione, nella homepage dei siti di informazione. Una folla di articoli su programmi politici, dichiarazioni (nuove o vecchie), promesse e giochi di potere. Ma a dedicare spazio alle nostre elezioni non sono soltanto i media nostrani. Sin dalle dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con conseguente apertura della crisi di governo, la stampa estera ha preso a interessarsi ai possibili scenari che interesseranno l’Italia alle prese con le elezioni.

Un’attenzione che il nostro Paese ha sempre avuto addosso in parte per la nota precarietà (spesso oggetto di ironia) dei suoi esecutivi, ma che oggi sembra accentuata forse a causa di una più profonda crisi, di stampo ideologico, che negli ultimi anni sembra interessare anche altri Paesi dell’Unione Europea.

Così, tra articoli di stampo quasi scandalistico, altri allarmisti, altri ancora di racconto più accurato, la stampa estera pubblica quasi quotidianamente editoriali, inchieste, analisi su quello che sta accadendo e che potrebbe a breve accadere con le elezioni in Italia.

E, come per ogni campagna elettorale, lo sguardo estero è sempre rivelatore di dettagli (positivi o, più spesso, negativi) che, per un difetto di vicinanza, spesso quella nazionale è incapace di vedere.

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Francia

Era il 9 agosto quando la stampa francese, non molto diversamente da quella di altri Paesi, ha fatto un po’ il punto sulla frammentarietà dei partiti di sinistra italiani. In un articolo comparso su Le Monde, si fa riferimento al passo indietro fatto da Carlo Calenda in relazione alla coalizione che vedeva il suo partito accanto al Partito Democratico. Un evento ripreso spesso in relazione, invece, a quella descritta come sempre più probabile vittoria del centro-destra. I media francesi hanno poi ripreso più volte un video diventato virale sui social in cui una giovane Giorgia Meloni, intervistata da France3, dichiara in francese come Benito Mussolini fosse un buon politico.

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Sempre su Le Monde, il giornalista Olivier Bonnel ha, invece, sottolineato l’utilizzo strumentale della tematica dei migranti da parte del leader della Lega, Matteo Salvini. In una sua breve inchiesta, ha sottolineato come i migranti di Lampedusa siano «invisibili, ma l’ex ministro dell’Interno, che aspira a riottenere l’incarico in caso di vittoria alle elezioni, continua a riportarli al centro del dibattito politico».

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Christophe Bouillaud, intervistato un articolo comparso su Le Figaro, fa un’analisi storica del pluralismo partitico che ha sempre caratterizzato la politica italiana sin dal dopoguerra e della tendenza dei partiti a “non morire mai definitivamente, ma a salvarsi. Sottolinea il legame profondo tra partito e proprio leader, ma anche la tendenza dei leader sconfessati a distaccarsi per dar vita a un nuovo partito nonché come il declino di Salvini in favore della Meloni sia stato causato da una maggiore coerenza di quest’ultima nella sua linea ideologica e comunicativa.

Regno Unito

La stampa inglese, oltre a gettare uno sguardo sullo stato attuale della situazione politica italiana, ha osato di più riguardo gli scenari futuri.

In un’inchiesta sull’aborto, apparsa su The Guardian, si racconta delle difficoltà (o meglio della quasi impossibilità) di abortire nelle Marche, governata ormai dal settembre 2020 da una coalizione guidata da Fratelli d’Italia. Nell’articolo si parla della possibilità che la tendenza antiabortista, con l’eventuale vittoria del partito di desta alle elezioni del 25 settembre, possa diffondersi al resto del Paese.

Anche The Telegraph si concentra su Fratelli d’Italia e sulla sua leader, in un articolo/reportage da Ancona, in occasione dell’apertura della campagna elettorale, indicando già nel titolo i tentativi di minimizzare i suoi rapporti con l’ideologia fascista.

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Spagna e Germania

Nonostante la presenza di interlocutori politici “più recenti”, la stampa internazionale non ha certo dimenticato Silvio Berlusconi.

El Mundo, noto quotidiano spagnolo, ha brevemente ricostruito le vicissitudini politiche e personali del leader di Forza Italia, sottolineando, però, il suo ruolo di moderatore rispetto alle tendenze meno europeiste degli altri partiti della coalizione di centro-destra. “La presenza di ‘Forza Italia’ nel governo sarà comunque una garanzia assoluta di europeismo e atlantismo” viene riportata questa sua risposta rispetto alla domanda sulla possibilità che l’Italia prenda una svolta sovranista.

Anche il quotidiano tedesco Der Spiegel si è concentrato più sul centro-destra che sul centro-sinistra. Sin da luglio, ha pubblicato articoli circa la possibile vittoria di Giorgia Meloni, definendola Rechtsextremistin e sottolineandone la sicurezza politica. Più recentemente, così come molti altri quotidiani e media esteri, non ha resistito nel raccontare anche dell’esordio di Silvio Berlusconi sul social media TikTok.

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Stampa extra UE

AlJazeera International, tra vari articoli che trattano del tema, ha intervistato Alessandro Chiaramonte, professore di Scienze Politiche all’Università di Firenze. Nell’intervista si mette in discussione la possibile affidabilità di un prossimo governo di destra come membro non solo dell’Unione Europea, ma dell’intera della comunità occidentale. Il tutto sotto l’egida di una coalizione che, però, avrebbe il merito di essere la più omogenea degli ultimi 11 anni. L’aspetto positivo, secondo l’intervistato, è la cessazione di una sorta di paralisi che attanaglia Roma, ma che potrebbe avere molti risvolti negativi all’estero.

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Negli USA e altrove, grande eco ha avuto un articolo di opinione pubblicato sul The New York Times dal titolo The Future Is Italy, and It’s Bleak (Il futuro è l’Italia, ed è desolante), in cui si identifica nel partito della Meloni un prototipo, ormai diffuso anche altrove, in cui il confine tra centro-destra e destra estrema si assottiglia, e si considera allarmante «l’acquisizione della più ampia destra da parte di figure che si considerano esplicitamente eredi della tradizione fascista».

Restando tra le pagine pubblicate oltreoceano, anche il Washington Post si è più volte soffermato sulle vicende politiche italiane sin dalla caduta del governo Draghi. Secondo una severa analisi di Maria Tadeo, le vicende partitiche italiane sono paragonate a quelle delle telenovelas sudamericane e il centro-sinistra avrebbe perso tempo sin dall’inizio a inseguire “l’ombra di Mario Draghi”, pur non essendoci più Draghi.

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Gianluca Grimaldi

Napoletano di nascita, milanese d'adozione, mi occupo prevalentemente di cinema e letteratura.
Laureato in giurisprudenza, amo viaggiare e annotare, ovunque sia, i dettagli che mi restano impressi.

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