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Spaghetti alla Carbonara | Ricette ma scritte bene

2 minuti di lettura

Le gocce di pioggia picchiettavano ritmicamente contro la finestra della cucina, disegnando scie e traiettorie sul vetro. Era una fredda uggiosa sera di metà febbraio. Marco aprì il frigorifero. Esitò. Quella settimana non era ancora stato a far la spesa, e le scorte di cibo iniziavano a scarseggiare. Le uova però le aveva. Anche il guanciale, e pure il pecorino che troneggiava sul ripiano del frigorifero tra una busta di prosciutto aperta e un barattolo di yogurt. Non è che avesse molta scelta, ma una bella carbonara era proprio quello che gli ci voleva per risollevare la serata.

Aprì il cassettone e ne estrasse una grande pentola capiente, che riempì d’acqua. La mise sui fornelli, accese il fuoco e usò la fiamma per accendersi anche una sigaretta, che fumò a boccate lente fissando un imprecisato punto oltre il vetro imperlinato di gocce d’acqua. Spense la sigaretta e la gettò nel posacenere. Nella pentola iniziavano a formarsi le prime bolle. Prese dalla dispensa la confezione di spaghetti. 93 grammi: questo il responso della bilancia da cucina. Intanto le bolle nell’acqua iniziarono a scoppiettare fragorosamente. Gettò una manciata di sale grosso nell’acqua e tuffò gli spaghetti.

Ciondolando, Marco ritornò al frigorifero. Tirò fuori 3 uova, il guanciale e il pecorino. Dal mobile prese una ciotola. Con un coltello ruppe il guscio delle uova – una alla volta – e con un abile mossa, affinata nel tempo, separò il tuorlo dall’albume di ogni uovo. I tuorli li depose nella ciotola, gli albumi invece gli tenne da parte in un bicchiere – gli sarebbero sempre potuti tornare utili per qualcos’altro. Con una forchetta frustò vigorosamente i tuorli nella ciotola, poi vi grattugiò dentro il pecorino, e riprese a mescolare il composto. Dalla credenza prese il pepe nero e, ruotando il tappo, lo tritò dentro alla ciotola.

Tornò verso i fornelli per mescolare gli spaghetti, per non farli incollare tra di loro. Con un cucchiaio prese un po’ di acqua di cottura da aggiungere alla ciotola, e frustò ancora il composto tuorli-pecorino-pepe-acqua, ormai diventato omogeneo. Dal cassettone estrasse anche un tegame, lo mise sul fuoco a fianco della pentola con gli spaghetti e, quando il tegame si fu scaldato per bene, mise i listelli di guanciale a rosolare su fiamma viva. I 10 minuti di cottura degli spaghetti stavano per giungere al termine. Il guanciale intanto era già diventato bello croccante, così spense il fuoco sotto al tegame.

Assaggiò gli spaghetti: era il momento. Spense il fuoco anche sotto alla pentola, prese lo scolapasta, lo mise sul fondo del lavabo e scolò gli spaghetti, quindi li versò nel tegame – a fuoco rigorosamente spento – mescolandoli al guanciale. Quindi ci svuotò sopra la ciotola con il composto di uova e pecorino, e mescolò ancora per amalgamare il tutto. Prese infine un piatto fondo e ci rovesciò dentro i suoi spaghetti alla carbonara, aggiungendo un’ultima spolverata di pecorino grattugiato.

Portò il piatto in tavola. Non aveva nemmeno apparecchiato, ma non aveva importanza. Accese la televisione, si sedette, infilò la forchetta negli spaghetti e, mentre iniziava a ruotarla per caricarla di spaghetti, un pensiero attraversò la mente di Marco: erano già passate due settimane dall’ultima volta che aveva visto Enrica.

Immagine in copertina da www.timoevaniglia.com


Stanco delle solite noiosissime ricette, senza passione, fredde e distaccate? «Ricette ma scritte bene» è la nuova rubrica di Frammenti Rivista a cura di Michele Castelnovo: ogni settimana vi proponiamo una ricetta, ma lo facciamo attraverso un racconto breve. Qui tutte le ricette.

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Michele Castelnovo

Classe 1992. Laureato in Filosofia. Giornalista pubblicista. Direttore di Frammenti Rivista e del suo network. Creator di Trekking Lecco. La mia vita è un pendolo che oscilla quotidianamente tra Lecco e Milano. Vedo gente, scrivo cose. Soprattutto, mi prendo terribilmente poco sul serio.