Sogno uomo ridicolo

Utopica verità: «Il sogno di un uomo ridicolo»

Mario Sala porta sul palco del Teatro Out Off di Milano un personaggio leggero e malinconico, alla ricerca di una nuova umanità

3 minuti di lettura

Si entra in un mondo bizzarro al Teatro Out Off di Milano: i posti per pubblico e attore sono tutti sul palcoscenico, si entra tutti nella casa in affitto dell’uomo ridicolo (Mario Sala).

Partire dalla Fine

Quando le luci calano una timida figura si incammina dietro le nude colonne dell’Out Off. L’uomo ridicolo si presenta sulla scena con la sua ventiquattrore e la sua «R moscia». Il protagonista è sempre stato un uomo ridicolo, dice, e aggiunge che «loro» lo definiscono persino pazzo. Questa divisione tra lui e loro lo porta a sentirsi estraneo alla società del suo tempo, tanto che è giunto alla decisione definitiva: spararsi un colpo in testa.

L’uomo sostiene che a suggerirgli tale decisione sia stata una stella, ma nel momento in cui era fuori su un ponte con quell’idea nella mente, ecco che una bambina sconvolge il tragitto della sua vita. Quest’ultima chiede aiuto disperato al protagonista, il quale si rifiuta in malo modo, aggredito dal senso di inadeguatezza e colpa. L’uomo rientra a casa; l’incontro con la bambina continua a tornargli alla mente. Anche quando la pistola è puntata sulla tempia, non in bocca tiene a precisare, l’uomo ridicolo continua a pensare alla disperazione della figlia per la propria madre. Dopo svariati tentativi di suicidio si addormenta.

Leggi anche:
«Notre Dame De Paris» torna in tour: l’attualità della Corte dei miracoli

Sogno uomo ridicolo
Mario Sala in Il sogno di un uomo ridicolo
Fonte: teatrooutoff.it

Utopia site-specific

Il sogno dell’uomo inizia, Mario Sala ce lo racconta e, per dirla con le parole descrittive allo spettacolo:

Il racconto decolla così insieme al suo protagonista, si sposta di piano e approda in altri mondi: le anguste pareti di una povera stanza in affitto esplodono letteralmente nello spazio, e una rivelazione di trascinante potenza si offre disinteressata agli occhi dell’uomo con la forza di una resurrezione per il suo corpo segnato dal dolore e dalla sconfitta.

Dal Comunicato stampa

Un mondo diverso è possibile, ci dice l’uomo ridicolo, e possiamo portare la felicità sulla Terra solo se saremo in grado di cambiare noi stessi. Definiamo questa Utopia site specific perché la regia ha sapientemente sfruttato tutto lo spazio teatrale: semplici proiezioni su tutte le pareti, giochi di luci e ombre con semplici riflessi su materiali differenti e infine gli abitanti di quel mondo lontano e idilliaco, le poltrone vuote della platea.

Leggi anche:
Il teatro arriva dai fruitori

Le pareti del Teatro Out Off esplodono e accade ciò che dice il regista Lorenzo Loris:

Sulle tavole di un teatro in disarmo, in uno spazio svuotato, uno spazio destinato alla finzione in cui non c’è più niente da fingere, assistiamo al confronto fra uno strano individuo e le sue avventurose fantasie; una specie di clown, che vorrebbe svelare una verità importante a coloro che lo ascoltano ma non intendono prenderlo sul serio.

Lorenzo Loris sul comunicato stampa

Noi siamo nel mondo trascendente del sogno e nel mondo immanente; sta a noi comprendere come farli coesistere.

Sogno uomo ridicolo
Mario Sala in Il sogno di un uomo ridicolo
Fonte: teatrooutoff.it

Un pazzo solo ai nostri occhi

Lorenzo Loris tiene a sottolineare la scelta di incarnare l’uomo ridicolo in un clown, più che in un vero e proprio pazzo. Il clown infatti restituisce quella limpida visione del mondo di cui è padrone anche il Fool Shakespeariano: nella sua ridicolaggine è l’unico che vede chiaramente il mondo.

Mario Sala porta sulla scena una disperazione che è al contempo umana, tipica dei personaggi dostoevskijani, e eterea in quanto si arma della leggerezza della clownerie. L’azione registica e attoriale non banalizzano il personaggio, anzi, lo elevano a una figura malinconica e contrastante. L’uomo ridicolo solamente pazzo rimarrà inascoltato, ma quando in lui subentra un elemento di contrasto che possiamo riconoscere in noi stessi ecco che ci commuoverà.

Leggi anche:
Operaprog, quando il progressive incontra lo spettacolo

Lucidità

Il Sogno di un uomo ridicolo di Lorenzo Loris è uno spettacolo che parla al presente: la distopia in cui stiamo vivendo può ancora essere cambiata. Il messaggio è chiaro, e lo vogliamo diffondere con le parole del regista e dell’altro curatore all’adattamento oltre a Mario Sala, Fausto Malcovati.

Se ponessimo, per un attimo, l’attenzione sulle piccole meschinità quotidiane che tutti noi commettiamo nei confronti degli altri, allora capiremmo quante volte perdiamo l’occasione di tendere una mano a un nostro simile in difficoltà per trasmettergli anche il più semplice gesto d’amore. L’egoismo, la corruzione, la malvagità non sono inevitabili, il Male non è insito nella natura umana; una nuova via è possibile, una nuova umanità, in pace con sé stessa e con la Terra, può nascere e prosperare. Dostoevskij sceglie, per diffondere “la lieta novella”, un uomo insignificante, un emarginato: proprio dai più umili può iniziare il riscatto.

Lorenzo Loris

La bellezza salverà il mondo, ci dice Dostoevskij ne “L’idiota”: non è la bellezza esteriore, è una bellezza interiore che nasce dall’amore.

Fausto Malcovati

Il sogno di un uomo ridicolo dal 3 al 17 Aprile al Teatro Out Off
regia di Lorenzo Loris
adattamento e traduzione di Mario Sala e Fausto Malcovati
con Mario Sala

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!

Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.