Snapshots, presentato in anteprima al Florence Queer Festival il 4 ottobre, è un film del 2018 diretto da Melanie Mayron e interpretato da Piper Laurie, Brooke Adams, Shannon Collis ed Emily Goss.
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La trama
Rose, 85enne, vive sola nella sua casa in campagna; la figlia Patty e la nipote Allison le fanno visita per un fine settimana per tenerle compagnia.
Al suo arrivo, Allison mostra un regalo inaspettato alla nonna: una vecchia macchina fotografica e, ancor più inattesa, una busta con delle foto sviluppate da un vecchio rullino.
Fotogrammi di un amore mai nato
Le fotografie, riportate in vita dopo qualche decennio, fanno riemergere vecchi ricordi mai del tutto dimenticati. Ritraggono perlopiù una ragazza dai capelli rossi, sorridente e sicura, spesso avvinghiata a una giovane Rose dall’aria innocente e pulita.
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Rose rivive i ricordi di una gioventù sfumata e ritorna a sentire il peso delle scelte non fatte, del coraggio non trovato, dell’amore segreto con la sua amica – ma soprattutto amante e amata – Louise.
Un amore frenato dalle convenzioni sociali, dalle leggi morali del tempo, da un matrimonio da conservare con cura, dalla paura di essere diversi, anomali.
Un tuffo nel passato
I ricordi di Rose, scatenati dalle fotografie, sono presentati sottoforma di continui flashback che dal presente ci riportano agli anni Sessanta, alla nascita lenta e inaspettata di un amore, al coraggio e alla spensieratezza di Louise, alla timidezza e insicurezza di Rose.
Le due ragazze, allora ventenni, imparano a conoscersi in un ritmo lento che culmina con la totale scoperta di sé attraverso scene di un erotismo romantico e velato.
Generazioni a confronto
Ai tormenti interiori di Rose si uniscono i problemi delle altre due donne, figlia e nipote. La prima è infatti una vedova tradita e distrutta che si rifugia nell’alcol e nei litigi con la propria figlia; la seconda è stressata da una vita sentimentale che non la accontenta più e di cui scopriremo pian piano i risvolti più intimi.
Snapshots mette in scena la scoperta di sé di tre diverse generazioni, apre un raffronto sincero tra donne con mentalità diverse, esperienze diverse, sentimenti diversi. Nonna, madre e figlia si ritrovano a confrontarsi mettendo a nudo i propri problemi non solo sentimentali, ma di vita.
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Tre storie diverse legate da dubbi, paure, insicurezze, in uno scontro costruttivo tra generazioni che dal drammatico sfocia in momenti più leggeri e divertenti.
Snapshots propone infatti temi difficili e apparentemente pesanti contrapponendoli a momenti di spensieratezza che permettono di dare nuova luce ad ogni problema.
Una battuta, un sorriso, un ritrovarsi a casa: le tre donne, tra un bisticcio e l’altro, si faranno forza a vicenda e comprenderanno i sogni e le paure l’una dell’altra.
Un messaggio di speranza
Un film quindi che commuove e diverte, tra passato e presente, tra i ricordi di un’epoca lontana e le possibilità che la contemporaneità ci riserva.
Snapshots è una storia d’amore che se da un lato cade nel cliché dell’amore tra donne dalle tinte drammatiche – uno stereotipo ancora difficile da superare a livello cinematografico – dall’altro offre una speranza per il futuro, contrapponendo gli anni Sessanta ad un’epoca nuova priva di limiti e in grado di scavalcare, almeno in parte, i pregiudizi.
Un film toccante dolce delicato ma appassionato.
Peccato la solita sindrome della poiana in quasi tutti i film wlw, ma davvero consigliatiasimo
consigliatissimo, anche per i colori, fotografia e quel senso di pace che mi dà alla fine.
l’ho guardato più volte e in effetti fa riflettere su come, oggi come allora , certe insicurezze e limiti non siano superati. Insomma, tocca lavorarci su.