A 400 anni dalla sua morte, il segno dell’opera di Shakespeare non è ancora sbiadito: il più grande drammaturgo di tutti i tempi ha saputo infatti raccontare quel “qualcosa” che vi è di comune in ogni uomo. Anche se la sua vera identità rimane tuttora un mistero irrisolto.
Ogni letteratura ha quel che si può definire un capostipite; non è il primo autore che scrive in una certa lingua o si avventura in un particolare genere letterario. È semplicemente una personalità che si impone in modo talmente forte che nessuno di coloro che sono giunti dopo di lui ha potuto fare a meno di rapportarsi con il suo modello – magari in modo critico, ma mai ha potuto scegliere di ignorarlo. Per la letteratura italiana è Dante Alighieri; per quella spagnola è Miguel de Cervantes; per quella anglo-americana, naturalmente, è William Shakespeare.
In ogni epoca Shakespeare ha sempre avuto qualcosa da dire o da insegnare. È un classico perché ha saputo tratteggiare caratteri e vicende che hanno sì una contestualizzazione ben precisa, ma che hanno anche saputo travalicare gli angusti limiti della storia per ergersi a portatori di messaggi universali, mettendo a fuoco quel “qualcosa” comune a ogni uomo di qualsiasi periodo storico o latitudine geografica. Eccellente sia nella tragedia sia nella commedia, capace di una poetica raffinata e di profonda riflessione filosofica, Shakespeare ha portato in scena passioni e ambizioni; ha ritratto la brama di potere e l’amore, l’orgoglio e l’invidia, la morte e la vita – tutte costanti universali della storia dell’uomo.
Eppure, nonostante la grandezza della sua personalità, nonostante il genio che ha dato origine a un numero strabiliante di opere, dell’uomo che fu William Shakespeare si sa poco o niente. Perfino dopo lunghe ricerche ogni biografo potrebbe soltanto ripetere le poche informazioni riportate su qualsiasi manuale di letteratura. Shakespeare visse il periodo di transizione tra la società medievale e il mondo moderno, a cavallo fra XVI e XVII secolo, e operò negli anni del regno di Elisabetta I e, in seguito, di Giacomo I. Nacque a Stratford-upon-Avon, cittadina dell’Inghilterra centrale; si conosce la sua data di battesimo, il 26 aprile 1564, e basandosi su di essa tradizionalmente la nascita del Bardo inglese viene collocata tre giorni prima, il 23 aprile. Terzo degli otto figli del conciatore John e della benestante Mary Arden, William frequentò l’istituto gratuito per maschi della sua cittadina, dove ebbe modo di studiare il latino e i classici della letteratura.
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