
BOLOGNA – Nessuno scrittore, nessun docente, nessun attore. I protagonisti dell’omaggio bolognese alla Giornata mondiale della poesia sono i minorenni del carcere del Pratello. Ragazzi di strada coinvolti in un progetto, “Poetry Slam – Streets of freedom“, patrocinato dal Comune in una giornata voluta dall’Unesco, permettendo così di vivere la poesia in quella che sarebbe una prigione ma che si trasformerà in un luogo di scambio culturale. Tutto è iniziato all’interno del Pratello, durante le ore di lezione d’italiano: la maggior parte dei detenuti è infatti quasi analfabeta o, in ogni caso, non si è mai approcciata alla scrittura, pratica di conoscenza del mondo individuale e collettivo. «Magari imparare a scrivere una poesia non è un mezzo per uscire dalla strada; però sicuramente è un mezzo per approcciare a una parte di sé sconosciuta, che è quella di creare con le proprie mani qualcosa d’altro rispetto a un atto violento», come ha rilasciato la fondatrice di Streets of Freedom, Silvia Parma, a Radio Città Fujiko.
Finora sono state raccolte molte poesie – soprattutto sulla fratellanza e sull’interculturalità, ma aperte ad ogni tema – che confluiranno prossimamente in un libro, diffuso a sua volta fuori dal carcere in altri luoghi della cittadinanza come scuole e biblioteche. La gara di oggi prevede tre fasi, dove i sei giovani detenuti selezionati leggeranno i propri componimenti davanti a una giuria, per guadagnarsi la finale regionale e infine la nazionale. Quale altro miglior modo per dare un significato alla Giornata mondiale della poesia?
A.P.
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