Nel 1924, con la pubblicazione del suo primo manifesto artistico, nasce il surrealismo. Tra le numerose particolarità di questa corrente artistica sovversiva, una delle principali è la visione del mondo erotico senza tabù. Il surrealismo punta infatti a una sessualità libera, priva di vincoli e limiti sociali. Rifacendosi alla psicanalisi di Sigmund Freud, questo movimento vuole porsi come mezzo di liberazione dai freni inibitori, scrollarsi di dosso una moralità ormai considerata sorpassata e andare oltre la ragione, così da dare voce all’inconscio.
«Venti secoli di oppressione cristiana non hanno potuto impedire all’uomo di avere ancora desideri e di volerli soddisfare. Il surrealismo proclama l’onnipotenza del desiderio e la legittimità dell’appagamento. […] La vera rivoluzione, per i surrealisti, è la vittoria del desiderio», spiega Maurice Nadeau, storico specializzato sul surrealismo. Andrè Breton, teorico del gruppo, esaltava in effetti «il desiderio, la sola risorsa del mondo, il desiderio il solo rigore che l’uomo deve conoscere».
Dalla voglia di rompere con le regole del passato nascono così associazioni di idee libere, stravaganti, prive di senso ma in grado di scuotere lo spettatore, di perturbarlo nella loro particolarità. Tra queste, appare l’erotismo come mezzo e come fine, come obiettivo da raggiungersi per potersi liberare dall’oppressione e come strumento per dare il via a una rivolta non soltanto artistica. Sempre per Breton, l’erotismo è «un luogo privilegiato, teatro d’incitazioni e proibizioni, dove si giocano i più profondi istanti della vita». Tra il 1959 e il 1960 si può assistere infatti a un’esposizione internazionale surrealista centrata totalmente sul tema della sessualità e del desiderio.
La figura femminile ha in questo contesto un ruolo chiave: mitizzata così come lo era stata nel XVIII secolo dai romantici, la donna è musa ispiratrice, icona fondamentale affinché l’opera d’arte sia ideata e realizzata. Il sesso femminile viene poi reinterpretato spesso in chiave simbolica, mostrato come un fiore o un frutto: l’elemento naturale infatti è di fondamentale importanza, spesso presente come sfondo per la figura femminile, immersa in un mondo non civilizzato di cui è la regina.
Ma, ancora più frequentemente, è la donna stessa a diventare natura. Un esempio è il dipinto Aurora di Paul Delvaux, dove le donne sono legate alla terra da un tronco che affonda le radici nel terreno, o il dipinto di André Masson Terra erotica, dove una figura femminile astratta crea col suo corpo deserti e montagne in un’originale interpretazione de L’origine del mondo di Gustave Courbet. La stessa opera viene ripresa da Marcel Duchamp in Dati: 1 La cascata d’acqua 2 Il gas illuminante. Nel quadro una donna nuda, vista sola parzialmente, giace distesa a terra con le gambe divaricate. Il dipinto mostra i quattro elementi: l’acqua della cascata, il fuoco della lanterna, l’aria che avvolge la natura e, infine, la terra feconda che accoglie la protagonista.
Masson applica inoltre il contesto naturale all’atto sessuale: in La metamorfosi degli amanti i due innamorati sono piante, frutti, fiori che si intrecciano in una danza primitiva che sembra dimenticare la morale umana.
L’elemento umoristico si può notare invece in opere come Invenzione collettiva di René Magritte, dove una seducente sirena viene ritratta con le gambe di una donna e la testa di un pesce. Magritte si diletta infatti nel realizzare su tela situazioni assurde, impossibili eppure familiari. Di questo filone, il dipinto più celebre è indubbiamente Le viol, dove un viso si trasforma ironicamente in un corpo femminile. Gli artisti che aderiscono al surrealismo scioccano quindi lo spettatore trovando la sessualità negli oggetti e nelle situazioni più disparate.
Ancor più interessante è la visione del desiderio per i dadaisti, secondo cui l’eros è ripetitivo, meccanico: la donna è una mera figura composta da ingranaggi, pistoni, rotelle, come in Parata amorosa di Francis Picabia. Questo concetto di amore meccanico viene ripreso anche dal fotografo surrealista Man Ray, grande sperimentatore in campo di sessualità, che con Mr e Mrs Woodman ritrae la passione tra due manichini di legno. Un altro esempio sono poi le inquietanti bambole (Poupées) di Hans Bellmer, di un erotismo freddo, crudo, spaventoso.