Ci sono luoghi in Italia in cui la street art trova degno spazio, viene riconosciuta come arte e non, come erroneamente si pensa, una manifestazione di disagio antisociale di qualche vandalo che fa sfoggio di presunte qualità artistiche.
Se prima il graffitaro imbrattava muri con scritte, svuotava bombolette sulle pareti dei vagoni dei treni parcheggiati nel buio dei binari morti, ora ci sono fior fiore di artisti che non operano più nell’illegalità, ma sono chiamati per le proprie apprezzate competenze da diverse realtà urbane per rivalutare aree degradate con colori e vernici.
Cengio è un paese nella provincia di Savona che ha deciso di rifarsi il look e dall’ 1 al 3 maggio scorso è stato scenario della kermesse Un muro a regola d’arte, la seconda edizione del concorso nazionale di murales organizzato dall’Assessorato alla Cultura, con la collaborazione della Consulta Giovanile, volto ad abbellire i muri di recinzione degli impianti sportivi.
Il contest prevedeva vitto e alloggio ai partecipanti, che dovevano procurarsi tutto il materiale necessario sulla base delle indicazioni, delle misure e del numero dei pannelli assegnati a ciascuno. Non c’è stato un vincitore quindi, perché di fatto il premio consisteva già nell’essere stati selezionati e di avere avuto a disposizione un muro pubblico da dipingere.
«L’idea è partita l’anno scorso, un po’ a scatola chiusa, senza prevedere le risposte e le reazioni del pubblico, soprattutto degli abitanti di Cengio», spiega l’assessore Daniela Olivieri. «Ed è partita sostenendo tra l’altro un proposito che era già nella mente dei ragazzi della Consulta, cioè quello di colorare il paese, dandogli una nuova veste».
Alla prima edizione del concorso avevano aderito artisti da Milano e Roma, e i temi del bando erano il rispetto dell’ambiente, le tematiche sportive, la città ideale. Quest’anno ci sono state new entry da Genova, Padova e Rimini e riconferme da Bergamo e Mondovì (CN). Per quanto riguarda il bando del 2015, gli artisti dovevano cimentarsi su diversi argomenti: dal tema libero a quello scientifico sul mondo virtuale, da quello sociale, sugli eroi ed eroismi della società contemporanea, a quello storico che mette a confronto passato e presente, fino a quello artistico sulla musica.
«La garanzia delle doti dei concorrenti veniva dal fatto che ognuno di loro ha presentato sia il proprio curriculum artistico, con le foto dei lavori già fatti, sia il bozzetto dell’opera da realizzare sul nostro muro, sulla base delle richieste definite dal bando», prosegue l’assessore Olivieri.
Tutti i partecipanti sono stati entusiasti dell’accoglienza del paese, anche perché, come hanno più volte ribadito, è veramente difficile trovare un’amministrazione comunale che dia spazio a questo tipo di espressione d’arte.
«Per noi e per Cengio, quest’iniziativa sta davvero diventando un riscatto di tipo sociale, anche politico in un certo senso» spiega Daniela Olivieri. «E chissà mai che quest’iniziativa, se prende piede negli anni, non possa anche avere un risvolto di tipo turistico». Continua poi, con una punta di orgoglio: «Mi hanno contattata altre più grandi realtà urbanistiche del Nord Italia, complimentandosi per l’iniziativa, e chiedendo lumi sulla logistica e sull’organizzazione».
La parola agli artisti
Il nostro nome d’arte è Donuts Crew. Oscar Lazzarin, Stefano Pierpaoli, Gianmarco Mori ed io siamo un gruppo di ragazzi di Padova con la stessa passione per la street art. Per questo concorso, abbiamo scelto il tema del mondo virtuale. Abbiamo cercato di rivisitarlo secondo il nostro stile, inserendo il fumetto e i videogiochi anni ’70-80, tutti pixellati. Questo per evitare di cadere nel banale, disegnando magari un computer moderno, come sarebbe più ovvio. A Padova c’è l’Associazione Jeos che si occupa di gestire lavori come questi, trova i contatti con le istituzioni, dà disponibilità ai ragazzi o a chi usa questo tipo di arte per esprimersi liberamente, essendo vista in maniera un po’ ostica. Quindi attraverso Jeos abbiamo saputo di questo bando, abbiamo preparato il progetto che a quanto pare è piaciuto.
Giacomo Meda
Gianbattista Leoni e Alex Carsana da Bergamo hanno scelto di cimentarsi con l’illusione e con l’immagine femminile.
«Sto realizzando un’illusione ottica», spiega Leoni.
Una donna che si copre il viso con le mani e nonostante questo il suo volto è visibile. Come sfondo, uso questo gioco di colori alternati che creano l’illusione della profondità sul muro. Il mio collega Alex ed io abbiamo già partecipato lo scorso anno e siamo tornati volentieri. Queste manifestazioni fanno solo bene perché ci danno la possibilità di esprimerci. L’arte non può essere relegata in una galleria d’arte o un museo, non può essere una cosa per pochi ma deve essere accessibile a tutti. La street art è partita dalla strada, è arrivata in galleria, ora dalla galleria d’arte deve ritornare alla strada.
Nicolò Vasini da Rimini: «Ho scelto il tema storico, con il rimando ai vasi antichi e alle sculture classiche, rivisitandoli in chiave moderna con la street art. Questo è il mio stile e spero si noti».
Grazia Bongiorno da Genova:
In arte sono Drina A12 e sono qui con il mio compagno GiulioGol, insieme siamo la Geg Crew. Il tema che abbiamo scelto è quello della dualità. Abbiamo disegnato il viso di mio padre perché per noi ha un significato forte. In realtà non ha importanza, per chi passa e vede questo volto, sapere chi sia il personaggio raffigurato ma può interpretarlo come vuole, e per questo motivo sotto al disegno compare la scritta Who is?
Marco Roascio da Mondovì:
Sono legato a Cengio perché ho vissuto qui per qualche tempo. Già l’anno scorso ho partecipato con un gioco linguistico, quel “change”, ossia “cambiamento” in inglese, che diventa “Ceng”, il nome del paese nel dialetto locale. Quest’anno ho scritto “Cengio stupisce”. Tutte le strutture ai lati simboleggiano la decadenza del muro grigio precedente alla realizzazione del murales. Il colore, già di per sé, significa che comunque le cose stanno cambiando e preannunciano un futuro più solare e interessante. Il tutto, nella finzione del disegno, è applicato con quattro viti, quindi rappresenta un qualcosa di affisso che non è eterno
L’appuntamento con Un muro a regola d’arte sarà per la terza edizione nella primavera del 2016 e già si sta pensando a quali altri spazi potranno essere predisposti per i prossimi street artists.