Una passione smisurata per la natura incontaminata e i viaggi in giro per il mondo al fine di conoscere gli ambienti più suggestivi e i popoli che li abitano. Una vocazione per la fotografia paesaggistica nata in virtù della vicinanza con le sue amate Alpi. Roberto “Sysa” Moiola, originario di Morbegno (SO), alle porte della Valtellina, è un fotografo professionista freelance dal 2000. È fondatore e presidente dell’agenzia Clickalps, che conta ad oggi quasi un centinaio di collaboratori, per la quale è docente di fotografia e accompagnatore in viaggi fotografici.
In quasi 20 anni di attività, Roberto ha ottenuto tanti
premi e riconoscimenti. Vanta la collaborazione con testate e riviste
prestigiose come Condé Nast, Lonely Planet, la quale ha scelto le
sue foto per le copertine delle guide sulla Svizzera, National Geographic, che
nel calendario 2019 “Magic Moments” presenta
due suoi scatti, a fianco di nomi come Frans
Lanting e Alex
Saberi. È il fotografo da molti anni per Meridiani Montagne e di
vari enti turistici sparsi per le Alpi.
Le sue splendide immagini non finiscono soltanto sulle pubblicazioni dedicate alla montagna e ai viaggi. Ci sono brand importanti che selezionano i suoi scatti per le proprie campagne pubblicitarie, come Toyota, Jeep, Amaro Braulio, Mirto Zedda Piras e tanti altri.
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Ad esempio, la sua foto del lago Federa, nel territorio di Cortina d’Ampezzo, è stata utilizzata nel 2013 da Apple per promuovere i MacBook pro.
Grazie Roberto per aver accettato la nostra proposta di intervista. Sei considerato uno dei fotografi emergenti della fotografia paesaggistica a livello mondiale. Come nascono i tuoi scatti e come scegli le location?
Grazie per il complimento. Ma non mi credo un bravo fotografo al livello qui descritto, piuttosto ho cercato di conoscere la macchina fotografica per poi realizzare delle foto che non erano ancora state pensate.
Spesso le mie fotografie nascono da una strana idea che mi faccio quando ho il tempo di pensare, poi programmo il tutto meticolosamente fino ad impormi la sua realizzazione.
A volte lo scatto nasce come una sorpresa, perché fortunatamente non puoi prevedere tutto. Un esempio sono le fotografie notturne dove il risultato è spesso legato alla quantità di luce che decidiamo di dosare verso il sensore, e a volte questo risultato sorprende pure me.
La ricerca e la voglia di cercare location meno conosciute nascono in modo naturale da quell’istinto di curiosità che è propria dell’uomo, soprattutto quando si intraprende una disciplina così di gusto personale quale è la fotografia. Sono meno attirato dal realizzare scatti in luoghi troppo battuti, se non spinto dal tentativo di interpretare quel luogo a modo mio.
Il gusto e la creatività individuale non devono mai mancare in un’arte come la fotografia, un bravo pittore non deve limitarsi a replicare quadri famosi per poi gioire di un buon risultato. La soddisfazione sarà maggiore quando a concretizzarsi è la realizzazione di un’idea.
Siamo troppo legati al risultato, in un’era in cui si vuole a tutti i costi mostrare una foto ai propri followers, ma non ci accorgiamo di aver lasciato a riposo i nostri sensi. Permettere al proprio stato d’animo di incidere su uno scatto è uno dei fattori che può farti capire a che punto la tua arte entrerà nello scatto.
Siamo bombardati ogni giorno da milioni di immagini. La rivoluzione digitale incide pesantemente sul mondo della fotografia, mettendo in ombra la professionalità, puntando sulla viralità tramite social di uno scatto, magari banale e non ricercato. Cosa ne pensi e come hai vissuto questo cambiamento?
Il numero di fotografie è aumentato in maniera inimmaginabile, forse però la percentuale di scatti d’autore ha avuto un calo. Personalmente mi sono obbligato negli anni a scattare sempre meno, non è un buon allenamento coltivare migliaia di scatti sperando di raccogliere quello buono.
In merito all’evitare foto banali, a volte mi impongo l’utilizzo di una lente a me meno usuale (quindi uno zoom o un macro al posto del tanto amato grandangolo) perché sono curioso di vedere il risultato. Alcuni degli scatti che mi hanno dato più soddisfazione sono nati così.
Sempre a proposito di social, tocchiamo un tasto dolente: il famoso diritto d’autore. Quanto sono tutelati su internet i fotografi e gli artisti in genere? Anche tu sei stato vittima di furti di fotografie dalle tue pagine?
Beh, sicuramente accade anche a me. Di tanto in tanto, mi faccio un giro sul motore di ricerca delle immagini e scopro furti come se piovesse, ma questo fa parte della grande distribuzione e del no-limits che è proprio di internet. È inutile perderci tempo, come non esiste un ente che possa certificare la figura del fotografo professionista, non esisterà mai una forma di controllo sull’uso illecito delle immagini.
Sei docente, organizzi corsi, workshop, gite e viaggi fotografici in Europa. Ti piace più fotografare in solitaria in mezzo alla natura o preferisci condividere luoghi, avventure e trasmettere le tue conoscenze sul campo?
Personalmente amo condividere la natura con gli amici, raramente vado da solo.
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Abbiamo parlato molto di viaggi e landscape montani, ma non ti sei limitato soltanto al genere paesaggistico: hai deciso recentemente di sperimentare la food photography, non solo coi piatti tradizionali della Valtellina, ma addirittura con la cucina delle remote Isole Faroe. Come è stata questa esperienza?
Il food è un genere che mi appassiona moltissimo, forse perché mi piace molto anche cucinare. Quando fai fotografia food, ti trovi di fronte ad una tela completamente bianca che devi andare a riempire con tutti i vari soggetti che entrano in gioco: lo sfondo, il cibo, l’angolatura di scatto, la tecnica che decidi di usare, la luce. È davvero tutto molto avvincente e ben diverso da qualsiasi altro genere. Alle Isole Faroe ho potuto divertirmi con la cucina di Poul Andrias Ziska, uno chef stellato che prepara delle fotografie più che dei piatti!
C’è un’immagine a cui sei più legato? E ce n’è una nel cassetto che non hai ancora realizzato?
Non c’è in realtà un’immagine in particolare, ci sono piuttosto dei progetti che porto avanti che mi appassionano più di altri. Per esempio, ora vorrei ultimare il progetto di realizzare le fotografie dei passi alpini tra Valtellina ed Engadina.
Nel cassetto invece ci sono alcune foto che preferirei non raccontare, ma posso svelare i generi: aurora boreale e fotografia aerea sulle Alpi.
Cosa ti aspetta adesso?
È in arrivo la mia stagione preferita, l’inverno, cercherò di inventarmi qualcosa per portare un po’ di freddo nelle prossime fotografie…
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