La terra sarda nell’immaginario deleddiano
Come è stata descritta la Sardegna nel corso degli anni? Che Grazia Deledda segni uno spartiacque è cosa nota. Il tempo si divide tra prima di lei – e quindi della letteratura a cavallo tra Otto e Novecento – e dopo di lei.
Prima di lei la letteratura sarda si concentrava quasi principalmente su uno stampo saggistico che dell’isola descriveva folklore, storia, lingua, territorio e archeologia. Solo verso la fine del secolo Enrico Costa e Giuseppe Botero pubblicarono diversi romanzi, attingendo sempre dalle biografie di alcune figure storiche e leggendarie dell’isola. Prolifera però la produzione di poesia in lingua sarda, che pure non ci consegna una percezione completa del territorio sardo, ma lo indaga solo da una prospettiva autoctona e identitaria.
Ci vorrà proprio Grazia Deledda (1871-1936) per consegnarci una visione plastica e realistica del territorio sardo. Prima e unica scrittrice italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura (emblematica la motivazione: «Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi»). La stessa Deledda definita da molti discepola dell’impronta verghiana e manzoniana, ma anche affine a Emily Brontë, sceglie di collocare quasi sempre in Sardegna i protagonisti delle sue opere, trasformandoli dunque in archetipi dei desideri e delle speranze dell’isola.
Leggi anche:
Grazia Deledda: il Premio Nobel che non si racconta
È il romanzo La via del male (1896) che vede il timido favore di Luigi Capuana e che le aprirà le porte della letteratura italiana. Ma è in Cenere (1903) e in Canne al Vento (1913) che le descrizioni della sua terra si fanno fervide e fulgide. C’è una Sardegna mezzadra e rude, quasi cristallizzata in un Ottocento che consacra questa terra come una periferia del tutto. L’esasperazione dei personaggi per l’approdo nel Continente è una tensione crescente. I romanzi di Grazia Deledda sono pregni di storie d’amore, di speranza e di sofferenza, ma anche di un eros inaspettato per l’epoca, e della denuncia di quello scollamento tra la Nazione e le realtà locali tipic…