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La Sardegna nella penna degli autori sardi

dalla newsletter n. 41 - luglio/agosto 2024

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La terra sarda nell’immaginario deleddiano

Come è stata descritta la Sardegna nel corso degli anni? Che Grazia Deledda segni uno spartiacque è cosa nota. Il tempo si divide tra prima di lei – e quindi della letteratura a cavallo tra Otto e Novecento – e dopo di lei.

Prima di lei la letteratura sarda si concentrava quasi principalmente su uno stampo saggistico che dell’isola descriveva folklore, storia, lingua, territorio e archeologia. Solo verso la fine del secolo Enrico Costa e Giuseppe Botero pubblicarono diversi romanzi, attingendo sempre dalle biografie di alcune figure storiche e leggendarie dell’isola. Prolifera però la produzione di poesia in lingua sarda, che pure non ci consegna una percezione completa del territorio sardo, ma lo indaga solo da una prospettiva autoctona e identitaria.

Ci vorrà proprio Grazia Deledda (1871-1936) per consegnarci una visione plastica e realistica del territorio sardo. Prima e unica scrittrice italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura (emblematica la motivazione: «Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi»). La stessa Deledda definita da molti discepola dell’impronta verghiana e manzoniana, ma anche affine a Emily Brontë, sceglie di collocare quasi sempre in Sardegna i protagonisti delle sue opere, trasformandoli dunque in archetipi dei desideri e delle speranze dell’isola.

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