Si fa presto a dare la patente di laboratorio politico o di speranza per l’uno o l’altro schieramento di sovvertire le sorti della politica italiana, ma quello che è successo in Sardegna negli ultimi mesi, mostra come la politica dell’isola non solo mostri un cambiamento radicale rispetto ai risultati delle precedenti elezioni regionali e amministrative, ma anche che l’unione delle forze progressiste e riformiste del cosiddetto campo largo porti a risultati inimmaginabili solo qualche mese fa. Non è un caso che l’unione tra il Partito Democratico (le cui caratteristiche in Sardegna sono leggermente diverse rispetto al resto del Paese), il Movimento 5 Stelle e la sinistra in cui sono presenti i Progressisti sardi e Alleanza Verdi e Sinistra abbia portato a risultati storici come quelli delle Regionali, in cui si è affermata la candidatura di Alessandra Todde (già Sottosegretaria allo Sviluppo economico del governo Conte II e Viceministra allo Sviluppo economico del governo Draghi), e delle amministrative che trovano ulteriore conferma nelle vittorie di Cagliari, Sassari e Alghero.

Sardegna, un laboratorio politico con radici forti
dalla newsletter n. 41 - luglio/agosto 2024