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Sandro Pertini, il combattente: un film sul partigiano divenuto Presidente

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2 minuti di lettura

«Chi era Sandro Pertini È una domanda alla quale probabilmente pochi giovani saprebbero rispondere. Qualcuno riuscirebbe al massimo a definirlo un Presidente della Repubblica, senza saper aggiungere altro. Nessuna caratteristica, nessun tratto saliente della sua vita: tutto lì, nel dimenticatoio, assorbito dall’epiteto istituzionale del ruolo politico più alto da lui ricoperto. Eppure, Pertini, prima di essere presidente, è stato un insieme di storie che, da sole, riuscirebbero a comporre la trama di un film.

Il film

Pertini. Il Combattente è il film-documentario che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 15 marzo, curato dalla regia di Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo. È una ricostruzione, in chiave dinamica e ritmata, delle varie pelli di cui Sandro Pertini si è rivestito senza mai lasciare andare l’una prima di indossare l’altra. Ne emerge il ritratto di un personaggio pop, avulso dal rigoroso stereotipo del politico italiano, emotivo e preda di un istinto passionale molto forte. Perciò, più che sul suo ruolo istituzionale, il documentario si sofferma sul Pertini che esultò alla vittoria dell’Italia ai mondiali in Brasile, su quello che scherza con i giornalisti durante le interviste e, soprattutto, sul Pertini partigiano.

E proprio quella del partigiano che diventa presidente è un po’ la favola del novecento politico italiano: la resistenza che, da minoranza, arriva ai vertici delle istituzioni per propinare i propri valori, in primis quello della lealtà. Eppure, come Pertini amava ripetere, non può esistere libertà senza giustizia sociale e non può esistere giustizia sociale senza libertà: allora come esaltare questi due valori senza tradurli in una dicotomia inconciliabile? È su questo dilemma che si concentra l’intero cammino politico del partigiano-presidente, in un Italia scossa da attentati, scandali e inarrestabile progresso.

fonte: wikipedia.it

I protagonisti

A guidare il documentario lo scrittore Giancarlo De Cataldo, autore del libro da cui il film è stato tratto, che intervista diversi personaggi del mondo politico e artistico per ricostruire non solo la figura del “combattente” ma anche l’Italia tra gli anni ‘70 e ‘80: così a ricordare Pertini intervengono Emma Bonino, memore della sua umanità nonostante le diversità ideologiche, Eugenio Scalfari, cui Pertini confidava le sue paure per l’assenza di un degno successore, Antonello Venditti, che in una sua celebre canzone lo cristallizzò come il presidente che “fuma la pipa”, Giorgio Napolitano, che ricorda del predecessore il suo eccezionale temperamento, e molti altri.

Il tutto è scandito da una colonna sonora fatta da quelle canzoni che, negli anni, hanno fatto riferimento a Pertini nella sua duplice veste di presidente/logo: da L’Italiano di Toto Cutugno a Babbo Rock degli Skiantos, da Caro Presidente di Daniele Shook a L’estate di John Wayne di Raphael Gualazzi.

Pertini come icona

Difficile è stabilire con precisione cosa resti allo spettatore del film. Certo è che non si tratta di una ricostruzione, quanto più di un omaggio al Pertini incarnazione del Novecento più eroico del nostro Paese: la voglia di pace, l’esilio in Francia, gli anni di prigionia, la resistenza, l’attività giornalistica, quella politica, si concatenano, a volte deformandosi in flash temporali veloci e incisivi, delineando l’immagine di un uomo (non solo di un politico) totalmente estraneo alla degenerazione attuale. Un alieno, un’icona. Pertini si presenta come una caricatura ben fatta, un divo pop, un mentore ineguagliabile che, per una deformazione esterofila, non consideriamo rivoluzionario, pur essendolo realmente stato.

Locandina del film

Altrove chi ha combattuto, sacrificando la propria libertà, per poi arrivare alle istituzioni ha trovato celebrazioni nella cultura di massa. Qui da noi si fa ancora fatica ad associare politica ed eroismo, anche quando i decenni hanno gettato distanza tra noi e le spesso alterate considerazioni contemporanee. Ed è un merito che, con questo film, di Pertini si metta in luce il suo tratto primario, la sua dignità, nella semplice e forte parola di combattente.

 

 

Gianluca Grimaldi

Napoletano di nascita, milanese d'adozione, mi occupo prevalentemente di cinema e letteratura.
Laureato in giurisprudenza, amo viaggiare e annotare, ovunque sia, i dettagli che mi restano impressi.

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