Alessandro di Marino di Vanni Filipepi detto Sandro Botticelli (1445 – 1510) è uno degli artisti più importanti della storia dell’arte moderna e di tutto il Quattrocento. Con le sue opere chiude idealmente il secolo e prepara alcuni mutamenti figurativi successivi. Uno dei personaggi più conosciuti dell’artista è Venere. Non tutte le dee dipinte da Botticelli però hanno goduto della stessa fama, come nel caso dell’opera Venere e Marte, databile attorno al 1483–1484, oggi conservata nella National Gallery di Londra.
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Analisi dell’opera «Venere e Marte» di Sandro Botticelli
Venere e Marte di Sandro Botticelli è un’opera concepita verosimilmente per un membro della famiglia Vespucci, una potente e famosa famiglia, affezionata all’artista, vicina di casa di quest’ultimo. L’ipotesi della committenza deriva dalla raffigurazione di un nido di vespe, simbolo della famiglia, nell’incavo di un tronco all’estremità destra della tavola. Il tema rappresentato e il formato del pannello lasciano intuire che il dipinto fosse destinato a onorare una spalliera nuziale.
Venere, insieme a Marte, sono i protagonisti della composizione, distesi su un prato con cespugli di mirto, pianta sacra alla dea. Venere dea dell’amore, della bellezza e del principio femminile, è sveglia e osserva Marte, dio della guerra, dormiente. Dei satirelli giocano con le armi: uno indossa l’elmo, troppo grande per la sua testa e solleva la lancia con un compagno; un terzo a destra è entrato nel busto di ferro di un’armatura. L’ultimo accosta una conchiglia a tromba a un orecchio di Marte e vi soffia dentro per svegliarlo di soprassalto. Malgrado l’atmosfera serena ci sono alcuni elementi che sembrano turbare la tranquillità della scena, come lo sguardo malinconico di Venere o il sonno dal quale sembra impossibile risvegliarsi Marte. Tutta la scena sembra essere armoniosa ed equilibrata, grazie ai gesti e ai movimenti dei personaggi. L’utilizzo di colori non troppo forti e la tecnica di realizzazione che prevede l’uso di tempera a uovo e colori ad olio, rendono i volti più realistici.
L’opera ha da sempre affascinato gli amanti dell’arte, anche a causa della complessa simbologia su cui si sono avvicendate numerose possibili interpretazioni. Secondo molti studiosi, Venere e Marte è più di un semplice omaggio alla mitologia e all’amore. L’opera risentirebbe del clima umanistico e delle teorie neoplatoniche che si erano sviluppate in quel periodo. La rappresentazione sarebbe quindi un’allegoria dell’armonia degli opposti: la vittoria di Venere, che è l’amore, su Marte, che è la guerra.
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Tra scherzo e simbolo
Osservando il satiro che fuoriesce dal busto di ferro, si può notare che tiene in mano uno strano frutto. Recentemente è stato identificato con la stramonio, pianta nota per il suo potere afrodisiaco e allucinogeno, comunemente definita “erba delle streghe”. Ciò potrebbe dunque indurre ad immaginare che non sia solo l’armonia con Venere a far dormire Marte. La forma di questo particolare frutto potrebbe essere inoltre riconducibile al cocomero asinino, caratteristico per il cattivo odore e per le proprietà lassative. Un dettaglio non del tutto spiegato, ma che ci fa capire lo spirito scherzoso di Botticelli.
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