San Lazzaro degli Armeni è uno dei gioielli situati nella laguna veneziana. L’isola dista circa venti minuti di vaporetto da Piazza San Marco ed è interamente occupata dal monastero dell’Ordine mechitarista. L’isola è stata per secoli un lazzaretto – da qui il nome – fino a quando, agli inizi del XVIII secolo, è stata assegnata dalla Repubblica di Venezia al monaco Mechitar di Sebaste.
L’ordine religioso cattolico, fondato da Mechitar, è di origine armena e già ai tempi del suo insediamento a Venezia poteva contare sul supporto di diversi connazionali dediti al commercio proprio in quelle zone. I monaci si focalizzano fin da subito sullo studio delle materie più svariate, tanto che alcuni di essi sono annoverati fra i massimi pensatori delle rispettive epoche. Gli intellettuali armeni si caratterizzano per l’immensa versatilità del pensiero e la loro capacità di muoversi con sapiente agilità nelle complesse dinamiche europee e non.
Il monastero vanta una collezione dal valore inestimabile: centinaia di migliaia di volumi, oggetti manifatturieri di gran pregio e addirittura una statua del Canova e la mummia di Nehmeket (la meglio conservata in Europa). L’attrattiva di San Lazzaro, tuttavia, non è solamente artistica: infatti il paesaggio è incontaminato e i monaci producono la loro impareggiabile marmellata di rose.
Fra i molti personaggi noti che hanno visitato l’isola emerge fra tutti Lord George Byron che passò diversi mesi nel monastero per apprendere la lingua armena. Proprio questo suo interesse portò alla stesura di un volume dedicato ai principianti inglesi che intendono imparare la lingua. Sì, perché San Lazzaro per secoli è stata anche una stamperia di grande rilievo culturale che ha consentito la diffusione della tradizione armena in tutto il mondo. Quest’isola si inserisce perfettamente nel quadro di Venezia e la rendono uno dei luoghi più caratteristici e interessanti dell’intera laguna.
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