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Gli scandalosi “Saluti da Rimini” firmati da Maurizio Cattelan

2 minuti di lettura

Nel mese di giugno del 2015 ad attirare l’attenzione dei turisti nelle strade di Rimini non furono solo i tanti spazi di divertimento e cultura offerti dalla città. Ad attrarre sentimenti contrastanti furono le immagini irriverenti dei cartelloni pubblicitari firmati da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari: “Saluti da Rimini“.

Si trattava di cartoline giganti che vennero piazzate nei luoghi simbolo della città, realizzate con il colorato stile dei manifesti pubblicitari degli anni ’50. Ognuna di esse era contrassegnata, appunto, dalla scritta Saluti da Rimini, come fossero cartoline che qualcuno inviava alla città stessa. Ma al posto dei tradizionali paesaggi, c’erano immagini lascive o, quantomeno, ambigue che sottintendevano un lieve anche se raffinato, erotismo. Davanti alla famosa ruota panoramica, ad esempio, campeggiava una ragazza sdraiata su un letto di patatine fritte con un’espressione, diciamo così, “beata” che è stata paragonata a quella dell’Estasi di Santa Teresa del Bernini. In questa raccolta di scatti ironici, erano presenti anche una pin-up che guarda con espressione estasiata un bicchiere che contiene del liquido giallo (su cui nessuno si è voluto porre troppe domande) e un uomo, ritratto solo dalla vita in giù, che sostiene il peso di un sasso con un’evidente erezione.

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Maurizio Cattelan, Pierpaolo Ferrari, “Saluti da Rimini” Toiletpaper

L’elogio dei cliché

Una serie di immagini così provocatorie non poteva che essere firmata dal controverso artista Maurizio Cattelan, autore, non a caso, del famoso dito medio alzato in Piazza Affari a Milano; suoi collaboratori il fotografo Pierpaolo Ferrari e la curatrice Maria Cristina Didero. Il progetto, promosso dalla rivista curata dagli stessi artisti Toiletpaper, mirava a raccontare “un’altra Rimini”, forse un po’ più vera di quella a cui siamo abituati. Gli scatti, studiati appositamente per la città romagnola, intendevano rappresentarla in modo ironico, mettendone in luce pregi e difetti. La città contraddittoria, con le sue spiagge affollatissime in estate e i suoi lungomare deserti d’inverno, eletta capitale del divertimento – e si sa che del divertimento fa parte anche la trasgressione sessuale; ma anche la città ricca di passato e gelosa dei propri luoghi tradizionali.

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Maurizio Cattelan, Pierpaolo Ferrari, “Saluti da Rimini” Toiletpaper

Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi non ebbe problemi ad accogliere l’iniziativa, a non condividere l’esposizione degli scatti furono invece gli esponenti dell’opposizione, i quali non approvarono l’idea di puntare su un’immagine così superficiale e materialista della città. In effetti, sebbene con ironia, le cartoline di Cattelan giocano sui cliché a cui è legata la città di Rimini: la provocazione femminile, il tradizionale machismo, l’idea del “tutto è permesso“. Certamente molti dei suoi abitanti, che vivono una città diversa rispetto a quella dei turisti, avrebbero forse voluto per Rimini un’immagine diversa, forse più seria: ma è possibile eliminare uno stereotipo così ben radicato? Non è forse meglio sfruttarlo a fini pubblicitari, come sembrano aver pensato Cattelan e il sindaco Gnassi? Perché nel frattempo, tra polemiche di chi era a favore e chi era contrario, le immagini fecero il giro del mondo e molti turisti non disdegnarono un’occhiata agli scandalosi manifesti. Chi ha detto che l’arte non paga?

Maurizio Cattelan, Pierpaolo Ferrari, “Saluti da Rimini” Toiletpape

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Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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