La Strenna dei Romanisti è un’antologia di scritti inediti su Roma nata all’inizio del novecento da un gruppo di artisti, studiosi, letterati, accademici e musicisti che, dopo la prima guerra mondiale, iniziarono a riunirsi attorno a tavolate presto definite “romaniste” nelle trattorie, negli studi e nelle botteghe.
Studiosi di diritto romano, specialisti di lingue e letterature romanze, romanofili, romanologi, romanosofi, romaneschi, romanzisti, in una parola Romanisti, ancora oggi, se si capita dalla parti del centro, è possibile incontrarli il primo mercoledì del mese al Caffè Greco, che dagli anni ’70 hanno eletto a propria sede. Stampata per la prima volta nel 1940, quest’anno la Strenna dei Romanisti compie ottant’anni e, con più di cinquanta mila pagine pubblicate, tra architettura, toponomastica, dialetto, folklore, storia, letteratura e arte, continua a rappresentare una fonte di memoria collettiva, di civiltà e di ispirazione.
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In un graffito del III secolo d. C. trovato da Filippo Magi, archeologo e Romanista, nel sedicesimo ambiente sottostante Santa Maria Maggiore, forse una taberna – come ricorda Donato Tamblé, presidente del Gruppo dei Romanisti – si legge «Roma summus amor». Un atto d’amore per Roma che, seppure non governata e maltrattata, continua ad essere la più bella città del mondo, e che, metafora del Paese, salvo qualche eccezione che pur esiste, con un governo e una maggiore cura da parte nostra, sarebbe molto più vivibile e attrattiva di opportunità per chi ci nasce e per chi ci arriva.
Ne abbiamo parlato nel Bar Europa al Rock Night Show su Radio Godot con Francesco Piccolo, editore della Strenna dei Romanisti.
Buon ascolto!
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