Giaceva da due anni nel caveau di un istituto fiduciario di Lugano, Svizzera, il Ritratto di Isabella D’Este attribuito a Leonardo da Vinci sequestrato oggi dalla Guardia di finanza di Pesaro insieme col personale del comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico di Ancona.
La vicenda, i cui dettagli sono stati illustrati dal procuratore capo della Repubblica di Pesaro, Manfredi Palumbo, nel corso della conferenza stampa svoltasi oggi in Procura, affonda le sue radici nell’agosto del 2013: in quella data, era infatti giunta al tribunale di Pesaro una segnalazione riguardo una persona molto nota nella zona, trovata in possesso di un mandato a vendere di un’opera attribuita proprio a Leonardo, depositata poi presso una banca svizzera per un prezzo non inferiore a 95 milioni di euro. Dalle indagini era venuto a galla che il quadro in questione era stato portato fuori dai confini italiani in modo clandestino e la procura della Repubblica di Pesaro aveva pertanto avanzato tempestivamente una richiesta di assistenza giudiziaria a livello internazionale per il sequestro del ritratto.
Il dipinto, però, è stato localizzato solo un anno dopo, nell’agosto del 2014, nell’ambito più ampio di indagini svolte dall’autorità giudiziaria di Lugano su reti fiscali e truffe a danno di compagnie assicurative svizzere; a seguito di un’altra richiesta di assistenza giudiziaria, la preziosa tela è stata finalmente sequestrata insieme al contenuto del caveau. L’opera è stata subito sottoposta ad analisi e perizie da parte di tecnici, che lo hanno indicato come “figlio” del pennello di Leonardo, in quanto compatibile con la pittura dei primi decenni del ‘500.
Curioso il fatto che l’opera sia stata ritrovata quarant’anni dopo il clamoroso furto al Palazzo Ducale di Urbino di tre capolavori della storia dell’arte, La Muta di Raffaello, la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, trafugati tra il 5 e il 6 febbraio ’75 e ritrovati a Locarno nel marzo ’76. Sono comunque stati esclusi collegamenti tra i due episodi.
G.M.