Il ritratto del Duca (The duke) è la nuova commedia firmata dal regista Roge Michell. Dal 3 marzo 2022 nei cinema italiani, il film è tratto dall’incredibile storia vera di Kempton Bunton (Jim Broadbent), un tassista sessantenne di Newcastle, che nel 1961 ruba il ritratto del Duca di Wellington dell’artista spagnolo Francisco Goya situato nella National Gallery di Londra. Il primo ed unico furto nella storia della grande istituzione museale. Kempton sottrae il dipinto per chiedere un riscatto pari al valore del dipinto equivalente a centoquaranta mila sterline per devolvere successivamente la cifra per il canone tv dei pensionati. Il dipinto Il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya, dopo tutte queste vicissitudini, si può oggi ammirare nella National Gallery di Londra.
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Il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Francisco Goya, vede come protagonista il generale britannico Arthur Wellesley, primo duca di Wellington. È dipinto ad olio su tavola di mondano. Probabilmente realizzato dal vero a Madrid nell’agosto del 1812, dopo l’ingresso trionfante del duca nella capitale. Modificato successivamente nel 1814, la sua uniforme porta le insegne di diversi ordini militari.
Il suo seno sinistro porta tre stelle: l’Ordine del Bagno britannico (in alto, premiato nel 1804), l’Ordine portoghese della Torre e della Spada (in basso a sinistra, premiato nel 1811) e l’Ordine spagnolo di San Fernando (in basso a destra, assegnato in 1812). Indossa due larghe fasce sulla spalla destra: la fascia rosa dell’Ordine di Bath sopra la fascia blu dell’Ordine della Torre e della Spada. Al collo è appeso l’Ordine del Toson d’Oro (assegnato nell’agosto 1812) su un nastro rosso, la Croce d’Oro Militare sdraiato più in basso su nastri rosa e blu più lunghi. Wellington aveva diritto a tutti e nove i fermagli d’oro alla Military Gold Cross, ma ne sono mostrati solo tre, forse a significare le battaglie combattute prima dell’inizio del dipinto nell’estate del 1812.
Il ritratto a mezzo busto, con la testa leggermente girata a sinistra verso lo spettatore, mostra il soggetto, accoratamente dipinto, stanco della lunga campagna. In gran parte del dipinto l’esecuzione delle pennellate sono rapide, con grande energia, come gli ordini militari delineati da poche pennellate. La cornice originale del dipinto è stata dimenticata o distrutta al momento del furto, motivo che ha sancito l’unica condanna che ha ricevuto Bunton, cioè tre mesi in prigione. Il celebre dipinto lo troviamo nel primo film della serie 007, Licenza di uccidere (1962), quando James Bond è nel covo di Dr. No e sta per salire le scale ma la tela attrae la sua attenzione, citando la storia del ritratto fino ad oggi dimenticata.
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Curiosità: il furto dal 1965 è sempre stato attribuito alla mano di Bunton, ma nel 1969 il figlio di Bunton, John, confessa di essere stato lui ad aver commesso il furto. Ciò è dimostrato da alcuni documenti del National Archives britannico nel 2012.
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