Tivoli, 24 febbraio
Caro Massimo,
è passato molto tempo dall’ultima tua lettera; ti chiedo scusa per il ritardo di questa mia. Devi sapere che sono stati mesi molto difficili per noi. Andrea ha avuto dei problemi di salute, è stato ricoverato in ospedale per una settimana, a novembre. Per fortuna si è sistemato tutto. Anna a settembre ha iniziato le scuole medie. È un ambiente completamente nuovo per lei, che è sempre così timida come l’hai conosciuta tu. Sono anche un po’ preoccupata per Giovanni, in pagella ha avuto diverse insufficienze (matematica, fisica, latino e inglese) e ho paura che non riesca a superare l’anno. Per quanto riguarda me, non posso lamentarmi più di tanto. Il nuovo lavoro di cui ti dicevo sta andando bene, almeno per ora. I colleghi sono molto simpatici e mi hanno messa da subito a mio agio. Ho un po’ di problemi con la mia capa, ma del resto me l’hai insegnato tu che è quando si va d’accordo con i superiori che bisogna preoccuparsi. Ma ora dimmi di te. Come stai? Ti frequenti ancora con quella ragazza, Anita? Magari quest’estate potremmo andare in vacanza tutti insieme, che ne dici?
Ti abbraccio forte.
Marianna
P.S. Mi mandi la ricetta di quel risotto allo zafferano che ci hai fatto quando siamo venuti a trovarti l’ultima volta, in montagna? Era strepitoso!
Milano, 19 marzo
Marianna carissima,
temevo che ti fossi dimenticata di me! Dopo tanti anni di corrispondenza, questo tuo silenzio mi stava preoccupando. Mi ricordo ancora come fosse oggi quando ci siamo conosciuti, ormai 15 anni fa, in vacanza a Polignano. Ed è bellissimo che abbiamo mantenuto questa corrispondenza cartacea negli anni, alla faccia di email, sms e whatsapp vari. Mi dispiace molto per Andrea, spero che non fosse nulla di eccessivamente grave e sono felice che si sia ripreso. Vedrai che Anna riuscirà a farsi nuovi amici a scuola. È timida, è vero. Ma ha solo bisogno di tempo. Per quanto riguarda Giovanni… beh, sai anche tu «quante balle si ha in testa a quell’età», come cantava il nostro amato Guccini. È un ragazzo intelligente, ce la farà anche questa volta. Infine, vedo con piacere che ti ricordi ancora dei miei insegnamenti su come sopravvivere al lavoro! Purtroppo con Anita mi sono lasciato, ormai da un po’ di tempo. Ora sto uscendo con un’altra, Giulia, vedremo cosa succederà. Se lo vorrete, sarò felicissimo di ospitarvi ancora in montagna da me, in Valtellina. Così potremo anche parlare di quella cosa. A proposito di montagna, che bel ricordo che hai rievocato. Ti spiego come fare il risotto. Allora, innanzitutto metti sul fuoco una casseruola con dentro un pezzetto di burro. Intanto, in un pentolino, fai scaldare il brodo (se lo fai tu meglio, se no puoi usare il dado), un litro se lo fai per quattro. Quando il burro è sciolto, ci metti la cipolla (tagliata a pezzettini) a soffriggere. Devi proprio sentirla sfrigolare! A quel punto ci metti dentro il riso e lo fai tostare un paio di minuti, quindi ci versi un bicchiere di vino bianco (intanto mescola il riso) e lo fai sfumare. Una volta che il vino è evaporato, versi un mestolo di brodo sul riso e lo mescoli fin quando non si assorbe. Quindi versi un’altra mestolata e così via. Mi raccomando, devi continuare a girare il riso e non deve mai rimanere asciutto. Intanto versa un mestolo di brodo in un bicchiere e mettici dentro lo zafferano, poi versalo sul riso a metà cottura (dopo 10 minuti circa). Nel frattempo vai avanti a versare il brodo e a mescolare. Quando finisce la cottura (dopo 20 minuti), togli la casseruola dal fuoco e ci aggiungi una noce di burro e il parmigiano per mantecare… e il risotto è pronto!
Spero di rivedervi presto, tutti quanti.
Un abbraccio,
Massimo
Stanco delle solite noiosissime ricette, senza passione, fredde e distaccate? «Ricette ma scritte bene» è una rubrica di Frammenti Rivista a cura di Michele Castelnovo: ogni settimana vi proponiamo una ricetta, ma lo facciamo attraverso un racconto breve. Qui tutte le ricette.
Immagine in copertina: misya.info
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