I dati sono questi: per le scorse Olimpiadi invernali, svoltesi in Corea del Sud nel 2018, sono stati deforestati 23 ettari di suolo. La sorte del paesaggio di montagna delle Dolomiti, che saranno travolte da vagonate di turisti (e soldi) nelle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, non sembra essere diversa.
Lo sfruttamento della montagna
Negli ultimi anni il problema della crisi climatica è diventato sempre più urgente, e nella sua ormai totale estensione, la questione ha coinvolto anche lo sfruttamento della montagna. L’immagine principale che comunemente si associa a quella del paesaggio montano non è quella del suo volto spoglio capace di mostrarne il fascino e la bellezza, quanto piuttosto quella della meta turistica vacanziera, degli sci e degli impianti, delle baite e ristori, della discesa bianca senza attrito che taglia per intero il bosco.
Ovovie, seggiovie, ferrovie, autostrade. Pozzetti di accumulo e ridistribuzione per l’acqua. Metallo. Della montagna si vede e s’immagina tutto – questo luogo di purezza biancheggiante – ma non il prezzo, che rischia di essere molto alto e a pagarlo potrebbe essere, ancora una volta, l’ambiente.
I preparativi per Milano-Cortina 2026
Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. La cerimonia di apertura si svolgerà allo stadio Meazza di Milano, quella di chiusura all’Arena di Verona, e i preparativi sono già nel pieno. Il piatto è ricco, ricchissimo. Si lavora in Valtellina e sulle Dolomiti come mai non si è fatto, anche per i notevoli ritardi che rendono difficile la consegna nel 2024. Quali sono, più da vicino, le cifre?
È in costruzione una enorme tangenziale verso Cortina con una galleria di ben 4,5 chilometri, e nel frattempo si pensa a una grande pista di bob, bocciata dallo stesso comitato olimpico, che secondo le stime costerà 400mila euro di perdite l’anno, visto l’esiguo numero di bobbisti in Italia. Per gli impianti sciistici invece si aggiungeranno 20 ettari ai 40 già alterati da scavi e cemento. E quindi impianti di risalita, deforestazioni e tanta, tanta acqua: per l’innevamento artificiale in tre anni Cortina usa 4 miliardi di litri, (acqua che manca dal ghiacciaio della Marmolada, la “regina delle Dolomiti”, ormai da tempo in costante e inesorabile prosciugamento) cifra probabilmente destinata a salire.
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