Dai paesaggi del Circolo Polare Artico a scatti di rapporti sessuali senza nessun velo (o quasi): questo il percorso di Sarah Anne Johnson, nata nel 1976 in Canada. Il periodo passato tra i ghiacci norvegesi le vale la cattura di scatti di una bellezza mozzafiato, ma in quei paesaggi la Johnson non vede riflessi i suoi sentimenti nel modo in cui avrebbe voluto. Sperimenta così, per la prima volta, la tecnica della modifica delle fotografie, aggiungendo talvolta sprazzi di colore che creano un netto contrasto con le tonalità fredde dei paesaggi artici. È questo il banco di prova della successiva serie di scatti, Wonderlust, i cui soggetti sono di ben altra portata.
In Wonderlust infatti Sarah Anne Johnson cattura quaranta immagini di coppie di amanti o di singoli individui colti nei loro momenti più intimi. Molti scatti mostrano le coppie strette in un abbraccio durante l’atto sessuale, altri colgono il bacio subito dopo il rapporto, altri ancora la masturbazione. Sono, tuttavia, immagini tutt’altro che volgari: la violazione dell’intimità è mitigata dall’aggiunta di “effetti speciali” che nascondono la penetrazione, i volti dei soggetti o altri particolari della scena. Nessuno scatto, inoltre, ha il sapore dell’intromissione di un voyeur, ma semplicemente coglie la dolcezza dell’attimo, la realtà di un momento che ogni coppia vive.
La serie fotografica nasce nel 2013. Sarah Anne Johnson dichiara che, dopo aver catturato i paesaggi del nord della Norvegia, sentiva l’esigenza di allontanarsi dai principi che l’avevano mossa in precedenza, come le riflessioni sul riscaldamento globale e i cambiamenti climatici nel mondo, aveva invece la necessità di accostarsi ad una materia più personale e intima, in qualche modo più vera. Contemporaneamente aveva iniziato a leggere romanzi erotici, come Sex and Dawn di Christopher Ryan e Cacilda Jetha. Da questa commistione nasce Wonderlust, diventata esposizione, alla fine dello stesso anno, alla Julie Saul Gallery di New York.
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Sarah Anne Johnson ha voluto come modelli persone comuni e ha coinvolto amici e conoscenti in questo progetto, ritraendoli in diverse posizioni. «Ogni esperienza era completamente differente dalle altre» ha spiegato «alcune coppie mi hanno semplicemente chiesto di sedermi in disparte. Altre erano timide e nervose perché non avevano mai fatto un’esperienza simile». Nel suo studio, poi, la Johnson è intervenuta su ogni fotografia, manipolandola con bruciature, collage, incisioni, ma non in modo tale da renderla astratta o irriconoscibile. Il suo intento non era tanto rendere i sentimenti della coppia in quel momento, quanto quello che lei stessa aveva pensato guardandola. In questo modo chi guarda non vede, ad esempio, una coppia nella posizione del missionario, ma condivide la passione e il desiderio: diventa lo spettatore di un’opera d’arte.
Così in Sparkles (light blue) i corpi intrecciati di un uomo e una donna sono coperti di un luccichio azzurro che trasportano in un’atmosfera quasi surreale. Simile ad esso è Burnt, dove la coppia, vista frontalmente, è celata solo da un luccichio arancione che ricorda l’intensità della brace. Altri scatti sono di natura diversa: in Monster, ad esempio, una donna, il cui volto è celato con una forma che ricorda un clown (che torna anche in altre fotografie), cavalca una figura completamente oscurata da una macchia dorata. Un modo, forse, per ricordare che il sesso non è sempre l’espressione della complicità tra due persone e che i partner, alle volte, si “usano” per il reciproco piacere senza troppo badare a chi sia l’altro. Ma piacere e amore spesso coincidono: e proprio questo sembra essere espresso dal dolce Kissing Gold, l’ultimo scatto di questa audace serie.