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Quando abbiamo rinunciato al Paradiso per il piacere

dalla newsletter n. 37 - marzo 2024

7 minuti di lettura

La vicenda raccontata da John Milton in Paradiso Perduto, opera che ricordiamo essere del 1667 eppure così terribilmente attuale, è quella della caduta dell’essere umano nel peccato; Satana affascina Eva che cede. È la storia più antica del mondo, quella narrata da sempre, di generazione in generazione, volano del terrificante senso di colpa che gli esseri umani provano quando fanno qualcosa che va “contro” la morale religiosa e imperante. Dalla cultura cristiana viene chiamato il «peccato originale», una spada di Damocle che gli umani portano su di sé dal momento in cui vengono al mondo. Nessuno nasce puro, in sostanza, nessuno è immune dal peccato durante la vita, perché lo porta con sé da sempre.

Adamo, e prima di lui Eva, rinunciano alla purezza promessa da Dio in cambio della passione, della conoscenza, di un mondo che li seduce pur portandoli in un’atmosfera torbida, in cui il sogno dell’incanto eterno sfuma a favore della dannazione. Eppure quella dannazione la abbracciano di buon grado e vi si lasciano trasportare. Che cosa induce, dunque, l’essere umano a rinunciare alla pace, all’armonia, all’equilibrio in favore della conoscenza di qualcosa che può condurlo in un’ultima istanza alla morte?

La vanità dell’essere umano è una delle sue falle più grandi. L’umanità, in realtà, non è coerente, non è tranquilla, non è armoniosa; è il male il motore di tutti i suoi racconti. Umano, troppo umano, come diceva Nietzsche; l’umanità indolente rinuncia alla promessa di una pace eterna e durevole per una felicità effimera, legata ai sensi e al momento presente.

Dalla caduta nel Paradiso, l’essere umano inizia un viaggio che continua ancora oggi, costellato di passioni che arrecano dolore, sconfitta, senso di vuoto e di perdita, eppure appare incline a non rinunciarvi. Un momento erotico sembra, talvolta, valere molto di più di un amore pacifico e tranquillo. L’umanità che cade, tradisce, che porta e sente dolore, ma che continua imperterrita su questa strada. Il fascino del “malefico” non si disperde, anzi si riaccende continuamente anche se in modi diversi. Nonostante tutti gli sforzi per r…

Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.

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