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PRIMA che io possa andare oltre: un omaggio al talento

Una rassegna d'arte al femminile inaugurata a Brescia; un viaggio tra talento, cultura e imprenditorialità, ospitato nelle storiche sale di Palazzo Martinengo di Villagana.

3 minuti di lettura

Inaugurata il 18 ottobre a Brescia la mostra PRIMA che io possa andare oltre, presentata dalla Galleria BPER Banca e curata da Giovanna Zabotti. Questa proposta espositiva vuole non solo mostrare una selezione antologica di artiste femminili che hanno raggiunto primati nella sfera culturale ed imprenditoriale, ma anche offrire la possibilità ai cittadini di Brescia di visitare le sale di un luogo di rilevanza storica come Palazzo Martinengo di Villagana (in cui la mostra ha luogo). L’esposizione sarà visitabile ogni venerdì e sabato su prenotazione fino all’11 gennaio 2025.

La missione di BPER Banca

La Galleria è un’istituzione culturale con la missione di valorizzare il patrimonio artistico di BPER Banca. Ogni anno in Italia spazi privati vengono aperti al pubblico e vi vengono esposte opere che fanno parte dell’archivio di BPER, solitamente non fruibili al pubblico. Ne è un esempio l’appuntamento semestrale dei Rolli genovesi, quando il quattordicesimo piano della sede bancaria del capoluogo ligure viene aperto e i visitatori hanno l’occasione di ammirare capolavori dell’arte – la maggior parte dei quali mai esposti pubblicamente – di pittori come il Veronese, il Grechetto, Van Dyck.

PRIMA che io possa andare oltre non vuole essere solo un evento estemporaneo, ma l’esempio di una nuova stagione di proposte artistiche per Brescia. La volontà di Sabrina Bianchi, responsabile del patrimonio culturale di BPER Banca, è quella di creare un percorso che stimoli l’avvicinamento della collettività non solo all’arte, ma anche ai diversi temi da essa veicolati.

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Sirani e Galeati: dal Barocco alla contemporaneità

PRIMA che io possa andare oltre è un’esposizione che omaggia otto artiste e designer italiane il cui vero primato è da ricercare soprattutto nel concetto di imprenditorialità. Ad aprire il percorso espositivo due tele dell’artista esponente del barocco bolognese Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 – Bologna, 1665), fondatrice e direttrice della prima scuola femminile di pittura d’Europa, nonché professoressa presso l’Accademia nazionale di San Luca. Sulla parete opposta compare il lavoro Isola #49 di Stefania Galeati (Ravenna, 1973).

La tela di grande formato fa parte del corpus in lavorazione Isola delle femmine, in cui Galeati riempie i paesaggi marini da lei illustrati di passi tratti dal Secondo Sesso di Simone de Beauvoir. Questo progetto ha una forte connessione con l’operazione di acquisizione dell’Isola delle femmine proposta dal collettivo Femminote (di cui Stefania Galeati fa parte). Il progetto, iniziato nel 2017, è finalizzato all’organizzazione di una raccolta fondi indetta con lo scopo di acquistare il piccolo isolotto denominato Isola delle femmine, situato al largo della costa siciliana. Entrarne in possesso per il collettivo costituirebbe un «gesto simbolico di resistenza» volto a «esaltare i temi della tutela del territorio».

Acrilico e tela: Carla Accardi

In fondo alla sala attira lo sguardo dello spettatore Rosso-nero, opera del 1985 di una delle grandi artiste contemporanee italiane, Carla Accardi (Trapani, 1924Roma, 2014). Co-fondatrice nel 1947 del gruppo astrattista Forma 1, influenza per gli esponenti dell’Arte Povera ed infine esponente del neo-femminismo italiano, Carla Accardi simboleggia la figura della intellettuale culturalmente e politicamente impegnata.

Tra le fondatrici delle edizioni di Rivolta Femminile con Elvira Banotti e Carla Lonzi, Accardi promuove l’emancipazione delle donne e la rottura del sistema patriarcale dominante. Anche nella sua pratica artistica Carla Accardi rivendica un’autonomia creativa ed intellettuale: sono proprio le sue sperimentazioni con le vernici fluorescenti applicate su superfici plastiche ad ispirare il movimento dell’Arte Povera in Italia.

I paesaggi immaginari di Goldschmied & Chiari

Chiude la mostra un’installazione che invita lo spettatore ad una riflessione più intima con una delle superfici specchiate realizzate dal duo artistico Goldschmied & Chiari, Visioni senza titolo. Sara Goldschmied (Vicenza, 1975) ed Eleonora Chiari (Roma, 1971) si uniscono lavorativamente nel 2001 a Milano.

La loro pratica artistica spazia dalla fotografia alla performance fino, come in questo caso, all’installazione. Tuttavia, in quest’ultimo medium sono presenti sia il concetto di immagine impressa su una superficie, sia quello di azione performativa. Nella serie Untitled views le due artiste fissano su delle lastre riflettenti scatti fotografici ritraenti combinazioni di fumogeni da stadio che, fatti esplodere, creano combinazioni di colori inaspettate. Le opere del duo sono state già protagoniste del padiglione veneziano in occasione della Biennale del 2022, curata proprio dalla stessa Giovanna Zabotti.

Goldschmied & Chiari, Untitled view, 2020, stampa su vetro e specchio, 80 x 100 cm, courtesy Galleria Poggiali, Firenze, Milano

Il legante della poesia

La missione di BPER Banca di sostenere la cultura si declina anche con la promozione della poesia. A legare i lavori delle otto artiste, infatti, intervengono le composizioni poetiche di Alessandra Baldoni, che dedica dei versi ad ognuna delle opere in mostra. Il suo lavoro si completa con L’universo non ha un centro, un’installazione posta proprio all’inizio del percorso espositivo.

Il titolo, ispirato a una poesia di Chandra Livia Candiani, è un invito ad una “rivoluzione copernicana” della concezione patriarcale maschio-centrica intrinseca nel tessuto della società occidentale. L’installazione è composta da otto cornici in ferro, che Baldoni definisce scrigni, in cui la poetessa associa ad alcuni versi da lei composti sul concetto di talento piccoli dettagli di opere d’arte che l’hanno ispirata.

Calco delle ossa
vertebra
strada segnata
dove il passo si fa confine
tra la vita
e il suo limite 
d’oblio

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In copertina: Stefania Galegati, Isola#49, 2021, acrilico su tela, 148 x 256 cm, Collezione BPER Banca, Modena

Clarissa Virgilio

Studentessa di lingue e letterature europee ed extraeuropee a Milano, classe 2001. Durante gli anni della triennale di lingue, ho seguito un corso presso la NABA sulle pratiche curatoriali. Amo guardare ciò che ha qualcosa da dire, in qualsiasi lingua e forma.

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