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Pride Month: 4 artisti contro le discriminazioni

In occasione del Pride Month ripercorriamo il lavoro di alcuni artisti che hanno combattuto attraverso la loro arte le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere

2 minuti di lettura

In occasione del Pride Month, ricorrenza internazionale che celebra la storia e le conquiste della comunità LGBTQ, ripercorriamo il lavoro di alcuni artisti che hanno combattuto attraverso la loro arte le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, contribuendo all’abbattimento di tabù e portando nuova consapevolezza su queste tematiche.

Claude Cahun

Scrittrice, fotografa e pittrice surrealista, Claude Cahun è stata una delle artiste più innovative e rivoluzionarie del Novecento. Innamoratasi della figlia del padrino, Suzanne Malherbe, divenuta sua compagna nonché collaboratrice e musa inspiratrice, Cahun è stata una delle più accanite sostenitrici della Resistenza francese. Durante l’occupazione tedesca, fu arrestata insieme alla compagna per aver diffuso volantini antinazisti firmati Il soldato senza nome.

La sua arte è incentrata sul corpo, veicolo della propria interiorità sfaccettata, indagato per mezzo dell’autoritratto fotografico, dove appare sempre diversa, talvolta estremamente sensuale e femminile, altre volte in abiti maschili e con i capelli rasati a zero. Claude Cahun è stata una pioniera dell’indagine della fluidità di genere, paladina delle libertà individuali, tra le prime a mostrare attraverso l’arte la compresenza di elementi maschili e femminili riuniti in una sola persona: «Maschile? Femminile? Dipende dai casi. Neutro è il solo genere che mi si addice sempre».

C. Cahun, Autoritratto, da Bifur, n. 5, 1930. Fonte Wikimedia.org – CC BY 2.0

Keith Haring

Nume tutelare del graffitismo newyorkese, il writer Keith Haring, dichiaratamente omosessuale, è stato attivista per i diritti della comunità LGBT. Si è battuto per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stigma che accompagnava le persone malate di AIDS, malattia che negli anni Ottanta aveva falcidiato la comunità omosessuale e che porterà alla morte lo stesso Haring ad appena 31 anni.  

K. Haring, Four guys, murale. Fonte Flickr – CC BY-NC-ND 2.0

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Dopo essersi ammalato, Keith Haring ha fondato una società a tutela dei malati di AIDS, la Keith Haring Foundation, e attraverso i suoi murales, dominati dai famosi omini stilizzati, i radiant boys, ha spesso messo sotto accusa l’indifferenza e l’inadeguatezza mostrata dalla classe politica nel fronteggiare l’epidemia di AIDS. Emblematica l’opera Ignorance=Fear, dove i tre omini si coprono orecchie, bocca e occhi per non dovere fronteggiare l’evidenza.

Gilbert & George

Iconico e irriverente duo della scena artistica britannica, formatosi nel 1967 nel conteso della Swinging London, Gilbert Prousch e George Passmore, partner nel lavoro e nella vita, sono diventati un’icona di anticonvenzionalismo ed eccentricità, a dispetto del loro stile elegantissimo.

 La loro arte, eclettica e sempre condita da un pizzico di british humor, ha raggiunto l’apice attraverso le performance note come Living Sculptures, dove il duo appare ricoperto di polvere dorata mentre è intento a ballare con movimenti robotici sulle note di canzoni della tradizione inglese. I due englishmen, rigorosamente in giacca e cravatta, hanno affrontato attraverso la loro arte tematiche legate alla religione, alla società e alla violenza insita in essa, mettendo in gioco il proprio stesso corpo, eletto a medium politico.

Gilbert and George in the studio, 2012. Fonte Flickr – CC-BY-ND 2.0

Robert Mapplethorpe

Autore di celebri ritratti fotografici di vere e proprie icone del Novecento, come Patty Smith e Andy Warhol, il fotografo-rockstar Robert Mapplethorpe è stato il cantore della controcultura omosessuale della New York anni degli anni Settanta e Ottanta. Le sue arte si basa sul contrasto tra l’eleganza formale e compositiva delle immagini e la scabrosità dei soggetti ritratti, spesso così estremi da essere giudicati pornografici. 

Robert Mapplethorpe/Ami Wilson Arts, 2012 – Fonte Flickr – CC BY 2.0

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Robert Mapplethorpe ha fatto del nudo maschile, spesso omoerotico, la sua cifra stilistica, realizzando sia nudi artistici dove i corpi dei modelli si presentano in pose plastiche, con un riferimento alla statuaria classica, sia esplorando una sessualità più oscura e underground, ovvero quella legata alle pratiche sadomasochistiche.

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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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