Il postino suona sempre due volte è un romanzo del 1934 di James M. Cain. Portato al successo anche grazie alle due versioni cinematografiche – la prima nel 1946 diretta da Tay Garnett, la seconda nel 1981 da Bob Rafelson – l’opera è un noir di tutto rispetto, una lettura semplice e coinvolgente, leggera ma in grado di colpire dritta allo stomaco.
Frank Chambers è un vagabondo perdigiorno che ama la libertà. Fermatosi alla Taverna delle due Querce, decide di accettare un lavoro nel locale per un semplice motivo: è ammaliato dalla moglie del proprietario, Cora Papadakis. Donna bellissima e sensuale, Cora oscilla tra l’essere una spietata seduttrice e una bambina poco coraggiosa che si accontenta di una vita mediocre pur di non correre dei rischi. Cain la definisce «uno dei più temibili e vessatori fantasmi femminili che abbiano mai abitato le pagine di un romanzo». Tra i due scatta immediatamente la passione, ma non abbiamo confessioni o romantiche dichiarazioni d’amore. L’attrazione tra i due divampa all’improvviso e brucia senza dar loro pace. Non c’è corteggiamento, non c’è una lenta conoscenza uno dell’altro, a malapena ci sono nomi: leggendo sembra di essere stati catapultati in un film di Bernardo Bertolucci, crudo e schietto, violento e sensuale. D’altra parte, la descrizione di Frank della donna e del loro primo incontro lascia spazio a poche romanticherie: «sembrava la progenitrice di tutte le puttane del mondo. Il diavolo quella notte ebbe quanto gli spettava».
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Eppure, oltre all’attrazione fisica, tra i due si insinua un sentimento profondo ma misterioso di cui il lettore rintraccia a fatica le origini. «Mi sembrò che tutta la cattiveria, la meschinità, l’inettitudine, la nullaggine della mia vita fosse spremuta e lavata via, e io fossi pronto a ricominciare con lei da zero, e fare come lei diceva, avere una nuova vita», dice Frank, ma come sia arrivato a questa decisione non ci è dato saperlo.
Dall’altra parte, Cora odia il marito, un greco grasso con cui il lettore non riesce a empatizzare, mentre trova Frank affascinante, una sorta di salvatore dalla monotonia coniugale. Come liberarsi quindi dell’insopportabile coniuge e vivere per sempre (più o meno) felici e contenti? Con un omicidio, questa sembra la soluzione più semplice per i due amanti. Il primo tentativo è ben studiato ma fallimentare, tanto da minare la serenità di Frank e Cora. La passione però si riaccende presto e un nuovo tentativo di omicidio – questa volta riuscito – cambia per sempre le vite dei due complici. Cora ama il suo ristorante, Frank non può fare a meno della strada, trovare un compromesso è sempre più difficile, fino al tragico epilogo dalla modalità inaspettata.
Il romanzo ispirò autori del calibro di Cesare Pavese e Albert Camus e fu immediatamente apprezzato per il suo stile, tanto che James M. Cain viene considerato uno dei più talentuosi autori di hard boiled. Il ritmo è ben scandito, prevalgono i dialoghi, le descrizioni sono brevi o, in molti casi, assenti. Sembra che il romanzo sia stato sfoltito da tutto quel che c’era in più: troviamo solo i fatti concreti, quelli che possono coinvolgere il lettore facendogli comprendere la storia. Nulla è superfluo, tutto è necessario in una scrittura fatta di verbi più che di aggettivi, di azione più che di riflessione. Oltre alle atmosfere noir, lo stile diretto e i personaggi spietati, l’opera è caratterizzata da un erotismo tutto suo, ancora una volta cinico, crudele, privo di romanticismo, un aspetto su cui ha particolarmente insistito la versione cinematografica degli anni Ottanta, che ha fatto sì che l’opera fosse accostata al genere erotico più che al noir. Il libro è in realtà una sapiente combinazione di entrambi: scene d’amore e omicidi a mente fredda si alternano creando un ritmo unico tra la vita e la morte, la passione e l’odio.
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Quella di Frank e Cora è effettivamente una storia d’amore, ma lontana dall’ideale alla «Romeo e Giulietta». Il rapporto tra i due è mosso in alternanza dalla passione e dalla disperazione, dalla violenza e dal bisogno di contare uno sull’altro per sentirsi meno soli. Il romanzo segue il classico filone dell’amore unito alla follia, il filone dell’attrazione che diventa incontrollabile e fatale. L’erotismo non è quindi raffinato, delicato, leggero, ma è brutale, schietto, sviluppato in poche semplici righe di fondamentale importanza. Il postino suona sempre due volte presenta un amore intriso di odio, di violenza, di strattoni e brutalità, a tratti surreale ma di certo in grado di coinvolgere il lettore.
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