Nel 2019 il bestseller storico L’architettrice della nota scrittrice Melania Gaia Mazzucco ha portato all’attenzione del grande pubblico la rivoluzionaria nonché misconosciuta figura dell’artista romana Plautilla Bricci (1616-post 1690), prima architettrice – neologismo usato dalla Bricci stessa e restituito dagli studi d’archivio – nell’Europa preindustriale.
Il romanzo, frutto di una ricerca ventennale, è la biografia romanzata della vita dell’artista nella Roma papalina della controriforma, e si inserisce nella scia di romanzi, saggi e raccolte biografiche volti alla riscoperta delle grandi personalità femminili e del contributo intellettuale, spesso marginalizzato e trascurato, che hanno dato alla storia e alla società.
Oggi la Galleria Corsini di Roma ha scelto di omaggiare Plautilla Bricci, rimarcandone l’eccezionalità professionale nel panorama storico-culturale dell’epoca, con la prima mostra monografica a lei dedicata, Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, a cura dello Storico dell’Arte Yuri Primarosa, visitabile fino al 19 aprile 2022.
L’esposizione, che raccoglie per la prima volta l’intero corpus grafico e pittorico dell’artista, si snoda attraverso le ricche sale della Galleria Corsini, unica quadreria del ‘700 romano rimasta inalterata, quasi a suggerire un dialogo ideale tra le opere della Bricci e quelle dei tanti artisti a lei contemporanei, che forse ebbe modo di conoscere.
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La Storia di Plautilla Bricci
Introdotta nell’ambiente artistico grazie a un padre illuminato, Giovanni Bricci, artista poliedrico ed eccentrico, Plautilla fu incoraggiata a fare della sua passione un lavoro e a ritagliarsi un ruolo di spicco nella vita culturale del paese, all’epoca dominata da uomini. Probabile frequentatrice dell’atelier del Cavalier d’Arpino, amico fraterno del padre, Plautilla ottenne le prime commissioni artistiche negli anni trenta.
La mostra di Palazzo Corsini ne ricostruisce l’iter artistico a partire dalle relazioni amicali e di sodalizio artistico con figure di rilievo che l’aiutarono ad affermarsi nella vita culturale della capitale, in primis l’abate Elpidio Benedetti (1609-1690), consigliere fidato del Cardinale Mazzarino, mecenate e appassionato d’arte, al quale fu legata da un rapporto di reciproca stima e amicizia, un’affinità elettiva che durò tutta la vita e la portò a mettere a punto nel 1660 assieme a lui l’ambizioso progetto, mai realizzato, per la scalinata di Trinità dei Monti.
In mostra anche la prima commessa pubblica affidata da Benedetti alla giovane artista, l’icona carmelitana raffigurante la Madonna col bambino (1640), dipinta per la Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, fulgido esempio di pittura devozionale, genere pittorico prediletto da Plautilla, realizzata con uno stile volutamente arcaicizzante.
L’opera, a cui furono attribuite proprietà taumaturgiche, è legata a una leggenda che ebbe un risvolto importante nella vita della Bricci: si dice che l’artista, in difficoltà nell’ombreggiare il volto della Vergine, decise di riposarsi e al suo risveglio trovò l’opera completa e perfettamente rifinita. In virtù di tale miracolo Plautilla Bricci fece voto di castità, assicurandosi una notevole autonomia e mettendosi al riparo in un colpo solo dai pericoli di un matrimonio combinato e anche di una vita monastica, naturale conseguenza per le donne nubili.
Proseguendo nel percorso espositivo, il visitatore avrà modo di conoscere i capolavori della maturità dell’artista degli anni settanta, in primis la lunetta a tempera proveniente dai Musei Vaticani, raffigurante la Presentazione del Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre (1672), e orgogliosamente firmato «Plautilla Briccia romana invenit e pinxit», e le due tele provenienti da Poggio Mirteto, lo Stendardo della Compagnia della Misericordia (1675), raffigurante la nascita e il martirio del Battista, e la Madonna del Rosario (1683-1687), entrambe restaurate e ripulite per l’occasione.
I capolavori architettonici: la Cappella Benedetti in San Luigi dei Francesi e la Villa del Vascello
Tra il 1676 e il 1680 Plautilla Bricci è attiva nella Chiesa barocca di San Luigi dei Francesi, ove dirige l’esecuzione della Cappella Benedetti, affianco alla più nota Cappella Contarelli, famosa per ospitare il ciclo pittorico del Caravaggio dedicato a San Matteo.
La cappella, dominata da un magniloquente altare barocco impreziosito da rilievi e sculture che ricordano l’arte del contemporaneo Bernini, presenta anche un’elegante tela di stampo classicista, San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede (1676-1680), anch’essa esposta in mostra, ove il monarca francese viene raffigurato con effigi che incarnano poteri regali e spirituali, nonché come precursore ideale di Luigi XIV, di cui l’abate Benedetti era fermo sostenitore, nonché agente su suolo romano.
L’ultima sezione della mostra è dedicata a quello che probabilmente fu il capolavoro architettonico nonché il progetto più ambizioso di Plautilla Bricci, Villa Benedetta fuori Porta San Pancrazio, elegante struttura a tre piani nota come la Villa del Vascello, per la peculiarità della forma, simile a un vascello sopra uno scoglio.
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Plautilla Bricci, sempre su illuminata commissione dell’abate Benedetti, potè ricoprire un ruolo assolutamente inedito per una donna, dirigendo i lavori della fabbrica e lavorando fianco a fianco con artisti del calibro di Pietro da Cortona e Giovanni Francesco Grimaldi, che si occuparono del ciclo pittorico della villa.
Rovinosamente distrutta dalle cannonate dell’esercito francese nel 1849, oggi della Villa resta ben poco: un muro di cinta e la facciata d’ingresso sul Gianicolo, che consente comunque di farsi un’idea dell’eccentricità del progetto per via della superfice ondulata e delle false grotte, in linea con l’estetica barocca.
Il visitatore a Palazzo Corsini avrà dunque la preziosa opportunità di visionare i primi progetti del Vascello, esposti dopo un delicato intervento di restauro, per farsi un’idea della straordinaria inventiva di una donna che non ha avuto paura di reclamare spazi che le erano stati negati.
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