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Paulette: icona erotica irriverente e sensuale

1 minuto di lettura

Fumetto francese testimone dei suoi tempi, Paulette sente tutti i suoi anni. Eppure ha ancora qualcosa da dirci, qualcosa da comunicarci nei suoi tratti ancora perfettamente godibili, affascinanti. Paulette, recentemente ripubblicato da Oblomov, nasce all’inizio degli anni Settanta dalla penna di Pichard, un signore di mezza età, ex professore alla École des Arts Appliqués, e dall’inventiva di Georges Wolinski (caduto nell’attacco a Charlie Hebdo), più giovane, più comunista, più politicamente schierato, più irriverente, più incline a inserire, tra l’erotismo dell’opera, parentesi satiriche, prese in giro, spunti per amare riflessioni portate avanti per archetipi.

Paulette

Nell’immaginario del fumetto erotico, abbiamo da un lato Valentina di Crepax, dall’altro la sua controparte giocosa, Paulette di Pichard: due icone di sensualità che hanno fatto la storia della letteratura a fumetti.

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Nella seconda, in Paulette, troviamo le linee dell’erotismo francese, i richiami a Brigitte Bardot, l’irriverenza e la sensualità. Una personalità ammiccante (la prima pagina recita: «Adoro la notte perché è nera / Di notte tutto può succedere»), ma forse oggi troppo frivola per guadagnare spessore e credibilità agli occhi di chi legge.

Paulette

La storia racconta della sensualissima Paulette, ricca ereditiera della famiglia Gulderbilt. Paulette è bella, ricca, superficiale ma ribelle, per certi aspetti controversa: decide, ad un certo punto, di lavorare in fabbrica e diventare comunista, introducendo così a gamba tesa uno sguardo politico nella vicenda. La protagonista è affiancata da Joseph, un personaggio che riprende il mito di Tiresia: un sudicio vecchio trasformato in una ragazza per magia. Nel loro cammino, Paulette e Joseph incontrano personaggi bizzarri, assurdi, introducendo una critica sociale che investe categorie come i ricchi, i cattolici, i poliziotti, i mafiosi, i corrotti, in un viavai di situazioni erotico-politiche non del tutto strutturate, ma piacevoli.

Ed è proprio la grafica, il tratto di Pichard, ad ammaliare ancora, a convincere il lettore nonostante i sentiti cinquant’anni di Paulette. Una linea precisa e scompigliata insieme, un immaginario retrò che ancora affascina, il richiamo alla Francia, alla seduzione, in un’opera che è un piccolo classico del graphic novel.

Paulette

 


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