Dall’ elogio della vecchiaia all’ annuncio della morte imminente: Oliver Sacks ha scelto la pagina delle opinioni del New York Times per annunciare di avere un cancro allo stadio terminale, solo un anno e mezzo dopo i festeggiamenti per i suoi 80 anni.
Quello del neurologo britannico è un caso raro di melanoma all’ occhio andato in metastasi e che ha accelerato lo sviluppo del tumore colpendo il fegato che risulta ormai per un terzo investito dalla malattia.
Una data di scadenza impressa nelle proprie cellule ormai, che però non ha tolto a Sacks la voglia di vivere: «Adesso è a me che spetta scegliere come vivere i mesi che ho davanti. Devo viverli nel modo più ricco, profondo e produttivo possibile».
L’autore de L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, ha voluto riecheggiare in queste parole il filosofo inglese David Hume che, malato terminale all’ età di 65 anni, decise di scrivere la sua autobiografia nel giro di 24 ore per non vanificare il genio che lo aveva contraddistinto.
Sacks e Hume: due grandi menti accomunate dall’amore per la vita. «Adesso» scrive Sacks «conto sulla speranza di dissolvermi rapidamente. Finora ho sofferto poco e quel che e’ più strano, non ho mai vissuto un attimo di abbattimento morale. Possiedo lo stesso ardore di sempre negli studi, la stessa allegria in compagnia». Anche lui ha deciso di scrivere un piccolo libro di memorie, destinato a conservare tutto lo slancio vitale che ha sempre profuso durante i suoi anni, come quando, sempre sulle colonne del Times aveva proclamato il suo elogio della vecchiaia: «Non penso alla vecchiaia come a un epoca più triste da sopportare ma un tempo di piacere e libertà : libertà dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, libertà di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita».
G.A.