Brilla di nuova luce la “perla del Tirreno” con lo show che su Rai uno ha chiuso l’anno italiano. Un onore che regala alla Lucania il titolo di capitale d’Italia, per una notte, riscattando sugli schermi televisivi quel sud che non si arrende, e che valorizza il mare, il sole e una tradizione culturale di tutto rispetto. Il terzo anno consecutivo che l’Italia apre e chiude l’anno in Basilicata si chiude con il botto: oltre 9 milioni 700 mila spettatori sintonizzati su Rai uno, con il 54.4% di share. Ma Maratea merita una visita fisica, oltre allo sguardo di sfuggita dallo schermo televisivo, merita un consumo di suola, un lasciarsi avvinghiare dalle sue piccole meraviglie.
Il Cristo sulla perla
Unica città della regione ad affacciarsi sul mar Tirreno, Maratea si sporge sulla costa dall’alto del monte San Biagio. Dalla cima a dominare la città è la statua del Cristo Redentore, per dimensioni seconda solo al Cristo di Rio de Janeiro. Ventidue metri d’altezza su duecentocinquanta d’altitudine, il Cristo si alza su un panorama che toglie il fiato, che cuce un cielo e un mare dalle tinte sbalorditive.
Locus amoenus tra il verde e il blu
Distese incontaminate e silenzi profondi regalano ad una vacanza a Maratea la pace dei sensi. Sulle acque cristalline sorride una vegetazione lussureggiante: la macchia mediterranea, su cui svettano promontori frastagliati e imponenti, inframezzati da spiagge di sabbia finissima. Alcuni bagni sono attrezzati e rinomati, altri lidi e calette sconosciuti rimangono inaccessibili ai più, raggiungibili solo via mare e irresistibilmente selvaggi.
Architetture sacre
La città delle quarantaquattro chiese ospita un’ampia selezione di edifici religiosi: cappelle, monasteri, grotte ed eremi. La basilica pontificia di San Biagio svetta sulla cima del monte omonimo, è un santuario dedicato al santo patrono della città. Nel centro storico sorge la chiesa di Santa Maria Maggiore o dell’Assunta, la “chiesa madre” per gli abitanti di Maratea: un edificio caratteristico, accoccolato tra le casette della parte alta del borgo.
Dirimpetto alla chiesa dell’Annunziata sta la colonna votiva a San Biagio, eretta per volere del popolo il 13 luglio 1758. Spodestata dalla cima del monte San Biagio dalla celebre statua del Redentore, la croce commemorativa nel 1963 fu ricostruita, con annesso belvedere, su un’altura nella valle di Maratea, nei pressi del cimitero centrale. La grotta dell’Angelo si cela nell’intrico di piante che solletica il monte San Biagio, per tradizione il primo luogo di culto del territorio, oggi si dice sia la dimora di un’eremita.
Quelle civili e militari
Per valore artistico ed architettonico spicca villa Nitti, la dimora del meridionalista e presidente del consiglio dei ministri Francesco Saverio Nitti ai tempi del Regno d’Italia. In posizione panoramica, ostenta la rivisitazione neogotica-decò di una tipica casa rurale per mano dell’architetto veneziano Vincenzo Rinaldo. Il primo ospedale della città fu ricavato nel palazzo De Lieto, donato alla comunità da Giovanni De Lieto nel 1734 e oggi centro espositivo per mostre perenni ed eventi musicali.
In bilico su un costone di roccia sospeso sulla SS 18 sta il castello di Castrocucco, dal 2005 sotto tutela del Ministero dei beni culturali. Proclamato monumento nazionale, fu abbandonato nel XVII secolo e oggi sfortunatamente vegeta in pessime condizioni.
Piccole cose di grande importanza
Tappa obbligata anche al Parco nazionale del Pollino e al Parco nazionale del Cilento e del Vallo del Diano, che spicca sulla lista del Patrimonio Unesco. Per chiudere con gusto non si può mancare di assaggiare le famigerate salsicce, di qualità pregiata, da consumarsi fresche, stagionate, o conservate sott’olio o sugna, oltre a scapici, mostaccioli e zeppole, dai sapori fantasiosi come i nomi a loro impressi.