Pensando ai grandi artisti che hanno saputo ritrarre con talento la sensualità, e in particolare il corpo femminile, Robert Auer (1873 – 1952) non è di certo tra i più noti. Eppure questo pittore croato ha saputo dipingere l’erotismo ispirandosi ai grandi maestri, ma reinterpretando il tema con uno stile unico. Pochi artisti sono riusciti a immergere lo spettatore in un’atmosfera delicata, dalle luci soffuse, elegante e proibita insieme. In questo Robert Auer eccelle: le sue donne sono ammiccanti ma mai trasgressive, innocenti eppure sicure di sé.
Robert Auer nasce a Zagabria nel 1873 in una famiglia borghese. Dopo aver studiato a Vienna e a Monaco, si afferma nella sua città natale come ritrattista – realizza ben 150 ritratti – ma si rivela anche un abile violinista. Nel 1896, alla mostra della Secessione di Monaco, è l’unico pittore croato chiamato a esporre. Dieci anni dopo, nel 1906, le sue opere saranno particolarmente apprezzate alla Fiera Mondiale di Parigi, nella sezione dedicata appunto all’arte croata. L’artista insegna inoltre alla Scuola di Arti e Mestieri e gestisce una scuola di pittura, aiutato dalla moglie Leopoldina Auer-Schmidt, anche lei pittrice di professione.
Se Auer è diventato celebre soprattutto per i suoi volti, caratterizzati da sguardi penetranti e guance arrossate, sono le sue scene di nudo quelle che riescono a conquistare davvero lo spettatore. È difficile definire le sue opere dato che l’artista si fece influenzare da moltissime correnti artistiche: l’Art Nouveau, l’impressionismo, il Decò, senza far mai mancare però un tocco davvero personale. Il risultato sono dei quadri immediatamente riconoscibili, seppur molto diversi tra loro, che fondono gli elementi migliori di ogni corrente. Auer ha l’eleganza di Gustav Klimt – in alcuni casi sullo sfondo appaiono figure contorte e dorate che richiamano il mondo geometrico dell’artista austriaco – la sfrontatezza di Amedeo Modigliani – non ha paura di rappresentare il corpo così com’è, senza censura – i colori, le forme e in alcuni casi le pose di Alfons Mucha, oltre ai tratti degli impressionisti, quel realismo ovattato di Pierre-Auguste Renoir e Edgar Degas, come se quelle del pittore croato fossero ballerine viste da vicino, fuori dalla scena, in momenti molto più intimi.
Tuttavia, ammirando i dipinti dell’artista, non si ha mai la sensazione che qualcosa sia stato copiato: Auer fa propri gli insegnamenti dei grandi maestri del suo tempo, ma dà alle sue donne un tocco davvero personale, rendendole uniche e immortali. Ci sono infatti una serie di colori che ritornano in ogni opera, definendo il suo stile: il rosa delle modelle senza veli – la resa della pelle e del suo candore è forse il punto di forza dell’artista – l’azzurro delle coperte, il giallo e l’arancione della luce.
Sono le donne del resto le protagoniste della scena, nelle pose e nei contesti più vari. Gli uomini, infatti, appaiono in alcuni dei suoi dipinti, ma nel ruolo secondario di amanti, fatta eccezione ovviamente per i ritratti commissionati, ben lontani dal tema dell’eros. I nudi del pittore non sono collocati su sfondi che possano darci qualche indizio in più sul contesto rappresentato, l’ambiente è delineato da pochi oggetti, come una coperta, uno specchio, un vaso di fiori, ma non sappiamo nulla sulle giovani donne ritratte. Sono modelle, ballerine, amanti dell’artista? O forse prostitute? Eppure le ragazze non hanno la trasgressione delle modelle di Modigliani, il loro sguardo è pacato, timido, solo indirettamente provocante. Auer sembra volerle immortalare senza raccontarci una storia, ma donandoci semplicemente la bellezza di un momento.
Fanno eccezione a questa tendenza i quadri di ispirazione mitologica o letteraria, come Leda e il cigno e Cleopatra, oppure quei dipinti che voglio nascondere un’allegoria e si presentano dichiaratamente simbolici. Qui si aprono più interpretazioni che sta allo spettatore cogliere.
Auer sviluppa poi due filoni di arte erotica: quello moderato, caratterizzato da modelle in pose decisamente chiare, ma mai eccessivamente provocanti, in un’atmosfera sensuale ma dolce; e quello esplicito – in realtà meno comune e decisamente meno elaborato – senza censura, realistico e meno poetico, ma di certo efficace nel suo messaggio.
Nonostante la bellezza delle sue opere, Robert Auer è stato spesso dimenticato, soprattutto a seguito della Seconda guerra mondiale. Se da un lato i collezionisti lo hanno amato, dall’altro i critici e i musei hanno spesso lasciato da parte questo artista dal grande talento. Soltanto nel 2010 infatti la Galleria Klovićevi dvori di Zagabria ha organizzato la prima mostra a lui dedicata, esponendo centinaia delle sue opere concesse da alcune collezioni private.
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