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L'Indifferenza
Foto di Nicolò degl'Incerti Tocci

Nominare il falso: «L’Indifferenza» al Teatro i

2 minuti di lettura

Il respiro della parola 

Gli uomini offrono il proprio linguaggio indiscretamente, senza curarsi abbastanza della forza con cui ogni parola li inscriva in azioni o stati d’animo. La gravità verbale è sostituita da una leggerezza contraddittoria di azioni che si susseguono inconsapevolmente, perché solo nominando si può (ri)conoscere.

L'Indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

La promiscuità di parole e azioni non è assenza di conoscenza, bensì contraffazione della stessa, penoso tentativo di compensare la paura del vuoto e del silenzio ricreando un pieno confuso di nomi che non indicano nulla eccetto se stessi e azioni che si perdono nello sfondo bidimensionale di un tempo senza respiro.

La parola circoscrive uno spazio entro cui è possibile l’azione , segnandone i confini, significandolo. Parlare è l’azione prima perché condizione primaria, di possibilità delle altre.

La parola, spazio dell’azione

La differenza tra le parole è la linea di confine che rende esplorabile, conoscibile un campo semantico che è simultaneamente spazio dell’azione. L’indifferenza tra le parole è indifferenza alle parole, noncuranza delle stesse e di conseguenza mancato riguardo verso le azioni, assoluta cecità pratica.

L'indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

Prestare attenzione alle parole è dare respiro, voce alla diversità. È possibile segnare una differenza solo dopo aver riconosciuto un’omogeneità, un punto di contatto. Nella foga di parole indifferenti l’omogeneo è finto, costruito come vortice inarrestabile che non concede una pausa e risulta impossibile tracciare dei confini, determinare nomi e verbi.

Il loop dell’indifferenza invortica senza concessioni, senza cedere al vero, inteso come reale, come riscontrabile, ciò che si può incontrare.

Confusa indifferenza

L’indifferenza è il nome tautologico della confusione, di un falso punto di inizio che non porta a nulla perché non parte mai, spiegandosi contraddittoriamente come groviglio.

Quando le parole si auto-indicano, senza rimandare ad altro, a un oltre come piano della profondità tridimensionale dell’azione, indicono l’indifferenza come circolo che si chiude in sé stesso, cappio al collo della possibilità coerente di agire.

L'indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

L’indifferenza è mancanza di parole, è la costrizione dello spazio, che si riduce a punto instabile per prendere posizione, rimandando indefinitamente la scelta, la decisione come discriminazione.

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L’Indifferente confusione

Così si invorticano parole nella coltre del non detto, del mendace che diviene penosamente mendico di una chiarezza che non otterrà mai. L’Indifferenza di Pablo Solari (una coproduzione Teatro i/ Centro Teatrale Mamimò) è la spettacolare epopea della deleteria promiscuità verbale: un’epica dello sfacelo, in cui la Storia si intreccia perdendosi nelle storie confuse, perché falsate, di personaggi senza possibilità di uscirne.

L'indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

Dal 17 al 29 ottobre al Teatro i la regia di Pablo Solari riflette con coerente audacia la condizione della parola che si ingarbuglia in se stessa, negata, nascosta, impudentemente ridimensionata dall’oblio dell’azione.

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Vuoto autoreferenziale

La dinamica triangolazione dei protagonisti (Luca Mammoli, Woody Neri, Valeria Perdonò) dà voce al paradosso del silenzio, come uguaglianza di parole, perdita del loro peso.

L'Indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

L’identità del personaggio si perde in corrispondenza del miscuglio di significati delle proprie parole, che si annullano nel sovrapporsi l’uno sull’altro. Nel ritmo accelerato del thriller narratologico, l’azione scenica si costruisce con precisione attorno a una vicenda che pare incomprensibile, sfuggente per la sua equivocità.

Lo spazio teatrale diviene l’occasione per rispecchiarsi nella conseguenza nullificatrice di un dialogo monocorde perché autoriferito. Lo spettatore viene chiamato a situarsi in una situazione che non concede spazio perché non contiene alcuna verità. Si crea uno spazio-tempo apparentemente quotidiano ma icasticamente assoluto, sciolto da qualsiasi superficie destinata a mutare. I piani si sovrappongono: umano e divino vengono restituiti nell’armonia inscindibile di un’epica di tutti i giorni.

L'Indifferenza
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci

Osservare diviene impresa ardua perché difficile è prendere la distanza dall’avviluppamento costante che circonda la quotidianità, nel rimando a un altro che resta sconosciuto nella coltre dell’insignificanza, dell’indifferenza.

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Anastasia Ciocca

Instancabile sognatrice dal 1995, dopo il soggiorno universitario triennale nella Capitale, termina gli studi filosofici a Milano, dove vive la passione per il teatro, sperimentandone le infinite possibilità: spettatrice per diletto, critica all’occasione, autrice come aspirazione presente e futura.

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