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«Nereidi e altre cosmogonie»: Nereo Petenello in mostra a Padova

Un'esclusiva mostra, fino al 13 gennaio, celebra la forza delle figure femminili di Nereo Petenello

4 minuti di lettura

Ha inaugurato giovedì 4 gennaio presso la Sala della Gran Guardia (Piazza dei Signori, Padova) la mostra Nereidi e altre cosmogonie, personale di Nereo Petenello a cura di Barbara Codogno e Carla Ravazzolo. Si tratta di un’occasione significativa per vedere da vicino le opere del maestro, insignito il novembre scorso del titolo di “Padovano eccellente”, riconoscimento conferito annualmente ai cittadini che abbiano dimostrato attaccamento e devozione alla città collaborando a preservarne e diffonderne gli usi, i costumi e la cultura.

Nereo Petenello è un artista poliedrico a tutto tondo: il suo essere un eclettico sperimentatore rende difficile incasellarlo in un’unica mostra.

Da quando ho ricordi ho sempre visto mio padre intento a creare qualcosa: giocattoli, ceramiche, dipinti, sculture… Lo rivedo concentrato su un oggetto o una figura mentre la mente è già proiettata all’idea successiva e lo sguardo indugia sulle opere precedenti, considerate mai del tutto concluse e spesso trasformate negli anni, quasi cresciute assieme a lui. […] Oggi ancora mi stupisce la sua immutata capacità di guardarsi attorno con gli occhi del bambino curioso, di raccogliere il legno abbandonato, l’oggetto rifiutato e di trasformarli in un pensiero e in una storia. Una lunga storia

– CRISTINA PETENELLO, NEREIDI. DONNE DI NEREO, OPERE DI NEREO PETENELLO E NARRAZIONI DI CARLA RAVAZZOLO, CLEUP, 2023
Lo studio dell’artista in centro a Padova

Nonostante l’immensa varietà di forme e materie che abitano lo studio dell’artista, la mostra riesce nell’intento di fornire un’accurata e completa visione della lunga carriera del maestro padovano articolandosi in tre sezioni che sintetizzano alcune delle più significative fasi artistiche di Petenello: le Nereidi, le sculture in resina e le tavole pittoriche di grandi dimensioni che altro non sono che grandi esplosioni materiche primordiali, delle vere e proprie cosmogonie.

Nereidi

Il nome dell’artista ha generato la fortunata associazione con alcune figure della classicità, in particolare le Nereidi, che nel mito identificano le ninfe dei mari. Non sono tutte ninfe, come nel mito, le donne di Nereo. Sono regine, ancelle, muse, donne dimezzate o doppie a seconda dei casi della vita, alla vigilia di scelte definitive, benevole o furenti.

– CARLA RAVAZZOLO, INTRODUZIONE DI NEREIDI. DONNE DI NEREO, OPERE DI NEREO PETENELLO E NARRAZIONI DI CARLA RAVAZZOLO, CLEUP, 2023

Sono tredici in tutto le opere appartenenti al gruppo delle Nereidi, otto quelle esposte: diverse per forma, dimensioni, tecnica e supporto sono accomunate dal loro essere donne figlie della mano di un artista che ha a lungo indagato la figura femminile.

Si tratta di Doride, Pontoporeia, Persisterà, Euribia, Frine, Lara, Nyx, Persefone, Dafne, Lissa, Galatea, Ebe e Dea. Ciascuna di loro supera i limiti della pittura conquistando la possibilità di parlare raccontando allo spettatore la propria storia attraverso il catalogo della mostra Nereidi. Donne di Nereo con narrazioni di Carla Ravazzolo.

Doride, tecnica mista su carta intelata, 2022

La prima, Doride, è figlia del titano Oceano e della titanide Teti. Sposa di Nereo è madre delle altre dodici Nereidi: i racconti di queste aprono le porte ad una realtà altra, comunque molto simile alla nostra. Sono donne belle, accoglienti, protettive, ingenue, ingannate, piangenti, malefiche malate, immigrate, colpevoli, innocenti, maltrattate, arroganti, abusate, buone, sincere e soprattutto contemporanee.

L’ultima figlia, Dea, è l’unica a non avere un orizzonte mitologico di riferimento.

Non è personificazione di un elemento, non appartiene a una tipologia di ninfe o altro. È la donna contemporanea alla quale non serve aggiungere un nome perché li porta tutti in sé.

Dea, tecnica mista su tela, 2001

Le opere esposte nella Sala della Gran Guardia si proiettano voracemente nello spazio dello spettatore grazie all’utilizzo dei colori vivaci, degli inserti scultorei e dei contrasti visivi sperimentati da Petenello e all’accompagnamento narrativo di Ravazzolo.

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Altre cosmogonie

Le opere qui raccolte sono caratterizzate da lingue di fuoco rosso che si alternano a movimenti di nero assoluto. Sembrano uscite da un Athanor, il forno alchemico, nel quale la materia si sta forgiando. Quelle di Nereo sono fiamme mistiche, magiche, prometeiche. Due sculture infatti titolano Fenice, un omaggio all’uccello di fuoco. La terza e ultima sezione propone invece tavole di grandissime dimensioni: esplosioni materiche su campiture nere, metafisiche.

– BARBARA CODOGNO

Le altre due sezioni della mostra si propongono di mostrare alcune tra le opere più significative delle grandi serie realizzate da Petenello nel corso della sua lunga carriera. Da una parte le sculture di resina, dall’altra grandi tavole che richiamano il linguaggio dell’Informale: l’evento plastico e l’evento pittorico si incontrano e si fondono, vengono indirizzate da un gesto impetuoso ma armonico all’origine del cosmo e alla materia lavica.

Lacerazioni cosmiche, tecnica mista su tavola

Cenni biografici

Nereo Petenello vive e lavora a Padova. Nasce nel 1926 a Monselice dove, giovanissimo, frequenta lo studio dei pittori futuristi Forlin e Fasullo. Successivamente, a Mestre, frequenta lo studio dello scultore Alberto Viani, mentre prosegue il suo percorso scolastico alle Belle Arti di Venezia. Nell’immediato dopoguerra, alla produzione puramente artistica Nereo affianca un’intensa attività lavorativa (Ceramiche e Giocattoli Canova, Jolly Ceramica, Ceramica d’Elite). Questo lo porta a conoscere ed amare profondamente due materie, la ceramica e la resina, che accanto al bronzo ed alla pittura entrano prepotentemente nella sua produzione artistica. Accanto alle più note sculture, si possono ricordare svariati cicli di rilievi (polimaterici su tavola/tela) tra cui Frammenti di storie lontaneLacerazioni cosmicheRacconti d’AfricaRegine.

Se l’ambito espressivo di Petenello è prevalentemente astratto, brevi incursioni nel figurativo (trasfigurato/materico) lo tengono legato a due temi a lui molto cari: la figura femminile e l’immagine del cavallo, entrambi presenti anche nelle sue produzioni di design industriale degli anni ’50 e ’60.

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Opere dello scultore si trovano in collezioni pubbliche/private in Italia, Germania, Spagna, Stati Uniti, Giappone e Arabia Saudita.


Informazioni utili:
Sala della Gran Guardia – Piazza dei Signori, Padova
Dal 5 gennaio al 13 gennaio 2024, orari: 9.30-12.30 e 15.00-18.30
Chiuso i lunedì non festivi
INGRESSO LIBERO
https://www.nereopetenello.com/

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Antonia Cattozzo

Appassionata di qualsiasi forma d'arte deve ancora trovare il suo posto nel mondo, nel frattempo scrive per riordinare i pensieri e comunicare quello che ciò che ha intorno le suscita.

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