Negli ultimi anni, in Italia le commedie musicali hanno avuto una crescita di incassi esponenziale (+78% secondo i dati SIAE, rielaborati dal Sole24Ore in questo articolo ), grazie all’impulso di produzioni come Notre-Dame de Paris, messa in musica da Riccardo Cocciante e portata in scena quasi ininterrottamente dal 2002, con oltre 1.200 repliche e 3,5 milioni di spettatori.
Dirty Dancing, West Side Story, Mamma Mia!, Robin Hood, Mary Poppins, sono solo alcuni dei musical in cartellone nella stagione corrente, per non parlare di quelli dedicati a gruppi musicali come i Green Day con Green Day’s American Idiot, e i Queen con l’annunciato ritorno sui palchi italiani di We Will Rock You, la cui prima edizione risale al 2009, e di cui abbiamo parlato nell’intervista a Raffaella Rolla, traduttrice per l’Italia della band inglese.
Se oltreoceano il musical è considerato da sempre un genere di eccellenza ed ha avuto un’importanza fondamentale sia nei teatri – quelli di Broadway in primis – che nelle copiose pellicole cinematografiche (l’ultima La La Land è del 2016 ed ha vinto 6 premi Oscar), minore diffusione ha avuto nel nostro paese, che vanta poche produzioni originali e, più che altro, numerosi adattamenti di opere straniere. Facendo esempi nostrani, grandi autori di musical sono stati Garinei e Giovannini, con Rugantino (1962) e Aggiungi un posto a tavola (1974). Per quanto riguarda i compositori che si sono dedicati anche a questo genere, possiamo ricordare Domenico Modugno, Edoardo Bennato, i Pooh, Nicola Piovani, solo per citarne alcuni.
Molte sono le scuole e accademie che negli anni hanno puntato sulla formazione specifica per i musical. Ci sono anche concorsi di richiamo internazionale volti ad individuare nuovi talenti, come quello di Professione Musical svoltosi a Firenze lo scorso febbraio nell’ambito della manifestazione Danzainfiera. Proprio in questo concorso, la scuola di Savona Nati da un Sogno è arrivata al primo posto – in entrambe le coreografie: cat. Allievi con un medley tratto dal musical School of Rock; e cat. Junior con Dreamgirls – su 71 esibizioni allestite dalle più rinomate scuole italiane, ed è sul podio più alto per il secondo anno consecutivo.
Per saperne di più, incontriamo Roberta Bonino, direttrice artistica della scuola Nati da un sogno, nonché regista, attrice e coreografa della omonima Compagnia, attiva dal 2004.
Grazie Roberta per la tua disponibilità. La prima domanda è d’obbligo ma la risposta è forse già racchiusa nel nome stesso che vi siete dati: cosa vi ha spinti a realizzare il progetto della scuola di musical?
Il progetto della scuola di Musical è nato grazie alla passione per questa disciplina che è nato, giorno dopo giorno, all’interno della nostra compagnia. Ci siamo ritrovati a recitare, cantare e ballare tutti insieme, e questo ci ha fatto tanto bene. Ha fatto nascere grandi amicizie e qualcuno di noi, tra cui me, ha ritrovato il suo sogno dell’infanzia. Allora ho pensato: perché non regalare tutto questo anche ai ragazzi? Perché non creare una scuola in cui fin da piccoli possano avere la possibilità di studiare tutte e tre le discipline artistiche? E così il sogno si è trasformato in realtà. Con il sostegno e il supporto di tutti i membri storici della compagnia, Andrea Chiovelli ed io ci siamo avventurati verso questo progetto che ora sta davvero dando i suoi frutti.
Il genere musical è espressione di arte completa per un performer che debba saper cantare, ballare e recitare. Come svolgete questa formazione a 360 gradi?
La formazione completa non è facile, richiede molte ore di studio e richiede soprattutto insegnanti, specializzati in tutti questi campi, a disposizione dei ragazzi. Negli anni siamo riusciti a creare un team in grado di fornire loro tutti gli strumenti necessari. Abbiamo Debora Tamagnini come vocal coach che segue i ragazzi soprattutto singolarmente per la tecnica di canto, Elisa Guzzo che si occupa della danza, Andrea Chiovelli alla direzione musicale e alla regia, Giovanna Badano per il Tip Tap, e poi ci sono io che insegno recitazione, dizione e mi dedico alla regia. Questi sono gli insegnanti che affiancano i ragazzi settimanalmente e loro, con noi, possono studiare dalle 4 ore a settimana, fino ad arrivare anche alle 12/14 ore settimanali.
Ti sei specializzata in Teatroterapia e pedagogia teatrale, quindi la mission di Nati da un sogno è anche quella di avere una funzione sociale sul territorio. Quanto influisce l’educazione artistica e teatrale nella formazione dei giovani e giovanissimi?
Ho iniziato il mio percorso con la Teatroterapia e sono fermamente convinta che il ruolo del Teatro, come dell’arte o delle discipline artistiche in generale, abbiano davvero una grande importanza nella vita dei ragazzi. È essenziale che abbiano degli obiettivi ed è fondamentale che lavorino insieme per un progetto comune.
Riconoscimenti a parte, che sono tantissimi in questi anni, una grande soddisfazione per voi insegnanti sarà sicuramente la selezione dei vostri allievi da parte delle più prestigiose accademie nazionali. Mi riferisco ad Alessio Ruaro ammesso alla Bernstein School of Musical Theater di Bologna, ed ora avviato alla carriera professionista.
Sì, la cosa più bella dell’insegnare è sicuramente maturare con loro e avere il privilegio di vederli crescere, cambiare, riconoscerli da uno sguardo. Alessio Ruaro è stato il primissimo a dare il via al sogno di fare Musical nella vita, ha terminato quest’anno il suo percorso di studi e gli auguro davvero di poter lavorare tantissimo! Lo scorso anno è entrata in Accademia anche Chiara Schiappapietra e un mese fa hanno fatto l’audizione per entrare alla BSMT anche Alessandro Pontenani e Giorgia Bellavia, entrambi ammessi. Sicuramente ti spezza un po’ il cuore vederli andare via, soprattutto quelli arrivati da piccoli, ma la gioia e l’orgoglio che mi regalano ripaga tutto. Da insegnante penso che il dono più bello che si possa fare ad un allievo sia offrirgli orizzonti diversi, possibilità di sperimentare, vedere, studiare il più possibile. In questi anni, Alessio è tornato poco a Savona ma il primo luogo in cui veniva era sempre a scuola da noi, perché “si sentiva a casa”.
Cosa consiglieresti a chi voglia intraprendere questa professione, oltre ovviamente ad iscriversi alla vostra scuola?
Un consiglio è sicuramente quello di non arrendersi davanti ai primi insuccessi o davanti alla fatica che si fa per portare avanti tutto insieme, lo studio scolastico e contemporaneamente quello di Musical. Un augurio invece è quello di scoprire il prima possibile la propria passione in modo da iniziare gli studi per tempo.